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Il clan di Casabona poteva contare sui “favori” di uomini in divisa

La famiglia Tallarico di Casabona poteva contare pure sulla «disponibilità» di un brigadiere dei carabinieri, oggi in pensione, e di un ex luogotenente della Guardia di finanza di Crotone che li avrebbero aiutati in particolari momenti di difficoltà. Emerge anche questo dalle carte dell'inchiesta "Nemesis" della Dda di Catanzaro che l'altro giorno ha portato i carabinieri ad arrestare dieci persone – tra e quali anche il sindaco di Casabona Francesco Seminario – considerate affiliate o colluse con la presunta cosca Tallarico.
All'attenzione dei pm Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino è finito il dialogo intercettato il 19 aprile 2022 tra l’ipotizzato boss Mario Carlo Tallarico con l'ex militare dell'Arma che prestò servizio a Casabona dal 2014 al 2019. Nel corso della conversazione i due si soffermano sul sostegno che il brigadiere avrebbe dato a Carlo Mario Tallarico per evitare che venisse coinvolto nell'operazione "Stige" del 2018, contro il clan Farao-Marincola di Cirò, insieme al figlio Francesco. Perché «oltre» a quest'ultimo - sono le parole del brigadiere contenute nella richiesta di arresti dei pm al gip - «gli inquirenti stavano "infognando"» pure il capo 'ndrina «se non ci fosse stato» l'intervento «salvifico» del militare dell'Arma. «Stai tranquillo - racconta l'ex brigadiere a Carlo Mario Tallarico - che stavano infognando a te per questo! Stai tranquillo che stavano infognando a te... questo qua, grazie a me... non è per un vanto». Da qui il sollecito del boss per sapere maggiori dettagli. Con l'ex carabiniere che «gli spiegava – annotano gli investigatori – che, essendo Tallarico cognato di Domenico Alessio, il boss deceduto nella strage di Casabona del 24 giugno 1996», i militari del Nucleo investigativo di Crotone «stavano per direzionare le attività investigative anche» sul «conto» di Carlo Mario Tallarico.

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