Nell'estate del 2022, il sindaco di Casabona Francesco Seminario avrebbe tentato il blitz in Consiglio comunale per modificare il regolamento per l'assegnazione delle aree Pip, destinate a finalità produttive, per favorire la cosca Tallarico. Ma il proposito venne meno dopo che i tre esponenti dell'opposizione del gruppo "Il bene in comune" si dimisero prima che la proposta arrivasse in Aula. In quanto «il clamore mediatico» del loro passo indietro costrinse la maggioranza a ritirare il punto.
In pratica, dietro quelle variazioni si sarebbe celato il progetto del primo cittadino di consentire anche al clan capeggiato dal presunto boss Carlo Mario Tallarico di riappropriarsi dei lotti - sottratti per mancanza di requisiti - purché entro sei mesi dall'assegnazione sarebbero stati avviati gli interventi di edificazione da ultimare in tre anni. Ne è convinta la Dda di Catanzaro che con l'operazione "Nemesis", scattata lo scorso venerdì con dieci arresti eseguiti dai carabinieri, avrebbe fatto luce sull'ipotizzato escamotage ideato da Seminario.
Il 2 settembre di due anni fa, ricostruiscono gli inquirenti, i consiglieri di minoranza Domenico Capria, Angelo Scutifero e Mariangela Comito (non indagati) comunicarono le loro dimissioni così: «Una scelta politica - scrivevano - maturata per il rispetto che si deve all'Istituzione, all'organo Consiglio comunale che ha una funzione non solo di indirizzo ma, soprattutto, dì controllo e verifica dell'azione amministrativa, frustrata da un modus operandi (ancora con toni propagandistici ed autoreferenziali a quasi un anno dall'insediamento della maggioranza) assolutamente non più accettabile». Ma solo cinque giorni dopo i tre spiegarono meglio il passo indietro con una nota stampa: «Nella seduta del Consiglio comunale del 28 giugno scorso - osservavano - tra i punti all’ordine del giorno da discutere e approvare era prevista la “Modifica al regolamento per l’assegnazione dei lotti Pip”». E «mancando la documentazione, di cui la minoranza non aveva comunque avuto occasione di prendere visione perché trattenuta dal dirigente dell’ufficio tecnico per essere rivista, il Consiglio ad unanimità decideva il rinvio e la discussione del predetto punto all’ordine del giorno al successivo Consiglio comunale».
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