Figurano anche le cooperative Agorà Kroton di Crotone e Arché di Isola Capo Rizzuto tra i 40 soggetti (tra enti e associazioni), condannati dalla Corte dei conti della Calabria a versare diversi milioni di euro alla Presidenza del Consiglio dei ministri per il danno erariale causato da compensi non dovuti incassati tra il 2011 e il 2012, per l'accoglienza dei migranti.
Il procedimento per responsabilità amministrativa e contabile è nato dall'inchiesta della Guardia di finanza che mise nel mirino l'utilizzo dei fondi erogati dal governo per ospitare i profughi in occasione dell'emergenza che scoppiò 13 anni fa. E in quel contesto, le cooperative calabresi si dissero disponibili ad ospitare circa 16 mila stranieri provenienti soprattutto dal mondo arabo.
I giudici contabili di Catanzaro hanno quindi condannato l'Agorà Kroton, il rappresentante legale dell'epoca Pino De Lucia e l'ex capo della Protezione civile calabrese Salvatore Mazzeo, a pagare allo Stato complessivamente 22.969 euro. In pratica, l'associazione crotonese avrebbe percepito indebitamente una parte del denaro pubblico ottenuto con l'avallo dell'allora dirigente della Regione. Nello specifico, la coop avrebbe ricevuto senza titolo 3.825 euro derivanti dal maggior compenso (46 euro anziché 40 euro), che le sarebbe toccato per l'accoglienza di ciascun migrante nel periodo maggio-giugno 2011. Ovvero, prima che la convenzione sottoscritta tra l'Agorà Kroton e la Protezione civile entrasse in vigore.
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