La vecchia lettorina o qualcosa di simile ad essa che ancora viaggia sui nostri binari: il “fascino dell’antico”, si fa per dire, che diventa emblema di arretratezza, di mezzo obsoleto, vecchio e sporco dal lezzo maleodorante sia d’inverno che d’estate. Si tratta di uno dei treni più affollati di tutta la Calabria perché è il treno di docenti, studenti, impiegati che da Lamezia si recano a Catanzaro Lido per andare a lavorare. Un vero e proprio esercito di pendolari di età diversa e differente estrazione sociale che parte all’alba per poter recarsi puntualmente, ogni mattina, sul posto di lavoro. Da Lamezia centrale, Sambiase e Nicastro si parte con destinazione la città capoluogo e anche i centri limitrofi sul litorale ionico. Essendo, appunto, un mezzo di trasporto strategico per la vita di decine di migliaia di persone e per l’economia di tutta la regione dovrebbe essere moderno e funzionale; comodo, veloce dotato di tutti i comfort.
Invece è una vecchia “carretta”, a metà tra la diligenza del mitico far west e il carro bestiame di lontana memoria. Spesso è un vagone solo, a volte sono due carrozze: tutte brutte, fuori e dentro, con degli interni vintage resi ancora più datati dalla polvere e da macchie diffuse anche queste piuttosto datate. Il popolo calabrese che fa la levataccia ogni giorno e che si sposta per le aree nevralgiche della Calabria, suo malgrado inizia la giornata su questo rumoroso esemplare di archeologia ferroviaria che sembra perfino camminare a singhiozzo.
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