È stato rinviato a giudizio Francesco Gualtieri, detto Ciccio, 43 anni, accusato del duplice omicidio di Giuseppe Bruno e di sua moglie Caterina Raimondi, uccisi la sera del 18 febbraio 2013, a Squillace, con un fucile d’assalto AK47. L’udienza davanti al gup si è conclusa ieri con la decisione del giudice Fabiana Giacchetti di mandare a processo l’imputato, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano, Guido Contestabile e Isabella Camporato. La prima udienza è stata fissata per il 12 dicembre.
Gualtieri, ritenuto esponente di spicco della cosca Catarisano, è accusato di essere l’autore del duplice omicidio, maturato nell’ambito della sanguinosa faida fra le cosche rivali di Borgia e Vallefiorita per il controllo del territorio. I corpi dei due coniugi furono ritrovati davanti la loro abitazione, crivellati di colpi; poco distante dal luogo del delitto gli inquirenti trovarono il mitragliatore con cui la coppia era stata uccisa. Al momento dell’omicidio, Giuseppe Bruno era il reggente del sodalizio di ’ndrangheta operante nel territorio di Vallefiorita; posizione che aveva raggiunto al termine della faida consumatasi nel Catanzarese, nel territorio di Roccelletta di Borgia, conclusasi con il predominio del gruppo Catarisano sul gruppo rivale dei Cossari. Fra la cosca di Borgia e quella di Vallefiorita i rapporti erano particolarmente tesi, come si evince da alcune intercettazioni all’interno della tavernetta del boss Nicolino Grande Aracri, dove nell’agosto e nell’ottobre 2012 si tennero alcuni summit di ‘ndrangheta. Incontri che, secondo gli inquirenti, rappresentano l’antefatto dell’omicidio.
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