Resta osservato speciale il porto di Vibo Marina, nonostante la sua fragilità, sul piano infrastrutturale rischi di pregiudicare investimenti che, a distanza di qualche decennio, le multinazionali sono tornate a chiedere sul territorio.
Nella giornata di ieri, il primo cittadino Enzo Romeo è stato ricevuto dall’ammiraglio Andrea Agostinelli, presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro. Un confronto nel corso del quale il capo dell’esecutivo avrebbe sviscerato diverse questioni che ruotano intorno allo scalo, con la “BakerHughes” e quel ghiottissimo investimento da 220 posti di lavoro a rappresentare indubbiamente il fulcro di un ragionamento più ampio.
Al termine del confronto, bocche rigorosamente cucite anche se, da quanto trapelato, Romeo (in compagnia, nell’occasione, del consigliere delegato al porto Silvio Pisani del Movimento Cinquestelle), non avrebbe esitato a ribadire, stando alle voci non proprio di corridoio circolate nel pomeriggio di ieri, la sua volontà di battersi fino all’ultimo affinché il colosso statunitense possa spendere i suoi quattrini da queste parti. Addirittura, in tal direzione sarebbe stato chiesto all’ammiraglio Agostinelli di spendere i 20 milioni di euro che da qui a breve saranno investiti a Vibo Marina.
Ma la strada, al di là del tentativo del sindaco di gettare il cuore oltre l’ostacolo, resta decisamente in salita. In primo luogo, quel progetto dovrà essere realizzato a breve termine ed i lavori nello scalo durerebbero almeno un paio d’anni. Ergo, non sarebbero compatibili né conciliabili con la necessità di BakerHughes di investire al più presto. In seconda istanza, la presenza della Meridionale Petroli costituirebbe un grosso ostacolo e la possibilità di delocalizzare i depositi costieri sarebbe anch’essa tutt’altro che praticabile a stretto giro di posta.
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