Rideterminate le pene per undici imputati e due assoluzioni ribaltate in altrettante condanne, è terminato così il processo d'appello nato dall'inchiesta Anteo che ha colpito il traffico di droga nella provincia di Catanzaro. Resta confermata, così come già aveva fatto il gup in primo grado, la non sussistenza del reato associativo. È stato infatti respinto l’appello che era stato presentato dalle pm della Dda Stefania Paparazzo e Debora Rizza. Nell’atto avevano sostenuto una «erronea valutazione delle prove acquisite, in alcuni casi del tutto trascurate. Dagli atti emerge chiaramente la prova dell’esistenza dell’associazione e del ruolo che ciascun imputato ha all’interno della stessa. Chiari i ruoli all’interno dell’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, caratterizzata dal vincolo che accomuna in modo durevole i promotori e i partecipanti, uniti dalla consapevolezza di operare nell’ambito di un’unica associazione». La pubblica accusa aveva quindi chiesto di aumentare le pene per 16 imputati e ribaltare quattro delle sette assoluzioni decise in primo grado.
La Corte d'Appello, presidente Loredana De Franco a latere Giovanna Mastroianni e Carmela Tedesco, ha invece rideterminato le condanne per Damiano Fabiano a 9 anni 2 mesi e 20 giorni più 26.733 euro di multa (in primo grado 12 anni, 10 mesi e 29.733 euro); Giuseppe Fabiano 7 anni 5 mesi e 10 giorni più 23.533 euro di multa (in primo grado 6 anni, 11 mesi e 10 giorni); Francesco Fabiano 3 anni e 20 giorni più 12.255 euro di multa (in primo grado 4 mesi, 26 giorni e 681 euro di multa); Daniele Cortese 4 anni 6 mesi e 20 giorni più 17.833 euro (in primo grado 4 anni, 5 mesi, 10 giorni e 17.500 euro di multa); Domenico Giorgio 4 anni 10 mesi più 18.833 euro di multa (in primo grado 6 anni, 8 mesi e 23.333 euro di multa); Domenico Giorgi 4 anni 1 mese e 10 giorni più 17533 euro di multa (in primo grado 1 anno e 1.032 euro di multa); Gianluca Minnella 4 anni 3 mesi e 10 giorni più 17.700 euro di multa (in primo grado 3anni, 8 mesi, 20 giorni e 967 euro di multa); Salvatore Macrì 4 anni e otto mesi più 18533 euro di multa (in primo grado 3 anni, 4 mesi e 10 giorni di reclusione); Vito Chiefari 4 anni e 20 giorni più 17.433 euro di multa (in primo grado 5 mesi, 10 giorni e 855 euro di multa); Roberto Venuto 4 mesi 10 giorni più 721 euro di multa; il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso 4 mesi e 22 giorni (in primo grado 7 mesi, 3 giorni e 740 euro di multa). Erano stati assolti in primo grado Bruno Procopio ora condannato a 4 anni più 17.330 euro di multa, e Anthony Salvatore Catanzariti a cui sono stati inflitti 5 mesi e 800 euro di multa. Confermata nel resto la sentenza di primo grado per Raffaele Andreacchio 1 anno, 8 mesi e 1.400 euro di multa; Fortunato Demasi 5 mesi, 10 giorni e 855 euro di multa; Michele Matarese 1 anno e 8 mesi; Antonella Procopio 4 anni, 6 mesi, 20 giorni e 18mila euro di multa; Mirko Pironaci 6 mesi e 20 giorni; Antonio Puntieri 2 anni, 2 mesi, 20 giorni e 9mila euro di multa.
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