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Nubifragio a Lamezia, crisi nera per gli agricoltori: il fango ha “sepolto” le colture

Non si contano ancora i danni sul settore agricolo nel Lametino - la situazione più complessa dal punto di vista logistico resta a Jacurso - ma è probabile che si superi abbondantemente il milione di euro, come racconta Angelo Politi, direttore Confagricoltura Calabria che tiene a sottolineare la necessità di un cambio di paradigma dell’intero mondo politico sul tema dell’ambiente. «Continuiamo a lamentare un aspetto di incuria come già successe nel 2018 - spiega Polito - stracciarsi le vesti a ogni caduta di pioggia senza fare nessuna attività di prevenzione lascia il tempo che trova». Danni, quelli che si tentano di calcolare, intanto per la perdita di produzione: le olive erano in fase di raccolta, ma anche tutto il settore orticolo colpito, per esempio, sulle grandi piantagioni di cipolla rossa «una delle più ad alto reddito per questa zona» e poi danni a infrastrutture viarie e a strutture agricole (serre, cantine, frantoi, centri lavorazione prodotti agricoli, ricoveri mezzi agricoli), invase dall'acqua e detriti, muretti a secco e recinzioni divelti. «Ancora ci sono aziende che aspettano ristoro per i danni del 2018» ci spiega ancora Polito «molte aziende hanno chiuso, altre hanno avuto difficoltà a ripristinare il potenziale produttivo. Occorre avviare una campagna seria sulla politica ambientale su scala nazionale, non è accettabile che nell’ambito dei torrenti non si possa fare più nessun tipo di pulizia. Il d.lgs.228 permette ai consorzi, regioni, province di assegnare attività lavorative di pulizia ad aziende agricole che hanno i mezzi».

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