Hanno spalato il fango, cercando di recuperare il possibile e soprattutto mettere in “salvo” strumentazioni indispensabili per lo studio del clima. Sono i ricercatori del Cnr-Isac di Lamezia Terme, dove ha sede l’Osservatorio climatico-ambientale, nell’area industriale lametina. Qui il maltempo di danni ne ha fatti veramente tanti: una prima stima parla infatti di 800mila euro. A finire sotto un metro e mezzo di acqua e fango sono stati infatti i macchinari più costosi presenti nel centro di ricerche di San Pietro Lametino. A spiegare alla Gazzetta del Sud cosa è successo è la responsabile del Centro di ricerche del Crn-Isac di Lamezia Claudia Calidonna: «Abbiamo trovato gli strumenti pieni di acqua - ha detto Calidonna - abbiamo cercato di ripulirli per recuperare qualcosa, anche se purtroppo i più danneggiati sono quelli più costosi. Adesso stiamo aspettando che si asciughino per vedere se qualcosa funzioni. Anche se ci vorrebbe un miracolo. Un vero peccato perché si tratta di apparecchiature comprate con finanziamenti pubblici e quindi sono beni di tutti».
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