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L’ultima traccia della gloriosa Stac non finirà nelle mani del Comune di Catanzaro

La vecchia Società Tramvia Automotofunicolare di Catanzaro (Stac) a più di 70 anni dalla sua ultima corsa continua a “vivere” tra le pagine degli atti processuali. Almeno fino a qualche giorno fa quando la Cassazione ha chiuso definitivamente una vicenda che trae origine da un atto che risale addirittura al 1909. Al centro del caso giudiziario la casa del custode della Stac nel quartiere Sala. Dimenticato per qualche lustro, ci si ricordò dell'immobile all'inizio del nuovo millennio quando l'amministrazione comunale con i fondi del Prusst avrebbe dovuto realizzare il collegamento meccanizzato dalla stazione della funicolare alla stazione di Sala. Facendo la ricognizione delle particelle da espropriare per realizzare l'opera ci si accorse che alcune erano già catastalmente intestate al Comune. Si trattava in particolare di un fabbricato su due piani fuori terra, di un locale deposito e di una corte di pertinenza. La vecchia casa del custode appunto rimasta in mano agli eredi dell'ex dipendente della Stac. Da lì la decisione dell'amministrazione comunale dell'epoca, nel 2005, di rivendicare la proprietà chiedendone il rilascio, oltre alla condanna al risarcimento danni per occupazione senza titolo nella misura di 120.000 euro oltre accessori, parametrati al canone locativo medio che da tali immobili avrebbe potuto percepire. Gli atti del processo ricostruiscono le vicende del piccolo immobile che si intersecano con l'ultimo secolo di storia della città.

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