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Il cadavere di un trentenne recuperato nel porto di Catanzaro Lido

Si tratterebbe apparentemente di un giovane di età compresa tra i 30/35 anni. Il suo corpo è stato trovato sugli scogli del molo piccolo

Ha le sembianze di un giallo il ritrovamento del cadavere di un uomo nel porto di Catanzaro Lido. Il rinvenimento è avvenuto ieri mattina, intorno alle 7.30, dopo l’allarme scattato a seguito dell’avvistamento di un corpo privo di vita che galleggiava vicino agli scogli del molo piccolo.
Immediatamente sono partiti gli interventi dei soccorritori e delle forze dell’ordine, per procedere al recupero del cadavere. Sul posto sono giunti i militari della Capitaneria di Porto, che hanno coordinato le operazioni, alle quali hanno dato il loro supporto una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Sellia Marina e i carabinieri della Compagnia di Catanzaro. Una volta concluse le operazioni di recupero, è stato compiuto un primo esame esterno del cadavere: sembrerebbe trattarsi di un giovane dell’apparente età di 30/35, presumibilmente italiano. Questo primo sommario “identikit” esclude che si potesse trattare della salma di un giovane migrante, uno dei tanti che annegano nel mare Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste italiane.
Pare che al momento del ritrovamento, l’uomo indossasse pantaloncini e maglietta e che poco distante dal punto in cui è stato avvistato il cadavere, sia stato anche ritrovato uno zainetto con dentro un mazzo di chiavi. Null’altro, però, che potesse dare indicazioni più precise sulla sua identità. Sul posto sono intervenuti anche il magistrato di turno e il medico legale.
Ora sull’episodio sono state avviate le necessarie indagini. A procedere è il personale della Capitaneria di Porto, coordinato dalla Procura della Repubblica del capoluogo di regione. Gli accertamenti in corso dovranno stabilire se sia trattato di un suicidio, di un incidente, anche dovuto a un possibile malore, oppure di un omicidio. Nessuna ipotesi al momento viene esclusa dagli inquirenti che stanno lavorando, nel massimo riserbo, per arrivare al riconoscimento dell’identità del giovane, di cui ancora non sarebbero stati ritrovati i documenti d’identità.

 

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