Stasera alle 23.30 circa, è previsto l’arrivo nel porto di Vibo Valentia della nave Life Support di EMERGENCY per lo sbarco delle 75 persone soccorse nelle acque internazionali della zona Sar maltese.
I naufraghi sono stati portati in salvo dalla nave dell’Ong in due diversi interventi realizzati al mattino e nel primo pomeriggio di giovedì 28 novembre. Nella prima operazione di salvataggio sono state soccorse 38 persone, nella seconda 37.
Le 75 persone soccorse, tra cui 8 donne di cui 4 minori accompagnate, e 12 minori stranieri non accompagnati erano partite dalle coste libiche e sono originarie di Bangladesh, Egitto, Eritrea, Palestina, Pakistan, Siria e Sudan. Paesi colpiti da conflitti armati, instabilità politica, povertà e crisi climatica.
È la prima volta che le autorità competenti assegnano alla Life Support il porto di Vibo Valentia. La nave Sar di EMERGENCY, che opera nel Mediterraneo centrale dal dicembre 2022, sta per concludere la sua 27/a missione e finora ha soccorso un totale di 2.417 persone.
E’ Crotone, invece, il porto assegnato alla Geo Barents, nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere con 83 migranti a bordo. Arrivo previsto per domani pomeriggio. A comunicarlo è la stessa ong che ieri è intervenuta nel Mediterraneo centrale, riferendo le circostanze del drammatico salvataggio: mentre stava raggiungendo un gommone in difficoltà per soccorrere le persone a bordo, ha trovato sulla scena un’imbarcazione veloce, «presentatasi come Guardia costiera libica, con persone armate a bordo, nelle immediate vicinanze».
Le persone tratte in salvo da Msf, in totale 83 uomini e minori non accompagnati, hanno detto che 29 donne e bambini erano stati in precedenza intercettati dopo essere stati minacciati con le armi. Uomini armati avrebbero minacciato le persone sul gommone e sparato in aria, facendo cadere in acqua oltre 70 persone. Msf ha portato in salvo tutte le persone che erano in acqua e a bordo del gommone, mentre l’altra imbarcazione veloce si è allontanata con 29 donne e bambini a bordo. «Hanno sparato in aria. Ci hanno picchiato con la parte posteriore del fucile. Poi hanno preso le donne e i bambini. Anche mia moglie e i miei figli», è la testimonianza di un uomo a bordo della Geo Barents.
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