“Un delinquente di cervello” così si definisce lui stesso Vincenzo Celi dirigente dell’Aterp che secondo l’accusa sarebbe stato il vero promotore del “Sistema” che gestiva gli alloggi popolari a Catanzaro. Le stesse conversazioni di cui è protagonista, intercettate dagli inquirenti, rappresentano una sorta di "confessione" circa lo spregiudicato e illecito sistema di assegnazioni in cambio di denaro o altre utilità. Grazie alla complicità di altri dipendenti Aterp Celi sarebbe riuscito ad avere il controllo delle assegnazioni degli alloggi popolari. Il suo piano gli avrebbe consentito anche di quasi “neutralizzare” la violenza di alcuni soggetti appartenenti alla comunità rom nell'accaparramento degli immobili.Così sarebbe riuscito ad assicurarsi che lo smistamento “arbitrario" degli alloggi dipendesse pressocchè esclusivamente dalla sua figura e fosse connesso al pagamento di somme di denaro o altre utilità, a titolo corruttivo o concussivo, da parte di chi era interessato ad averne la diponibilità sia pure senza alcun titolo. In altri termini, anziché adoperarsi esclusivamente per la gestione degli alloggi di edilizia pubblica residenziale, e quindi delle procedure di acquisizione degli alloggi liberi, per poi comunicare i dati degli alloggi acquisiti ai competenti uffici del Comune di Catanzaro (che a loro volta avrebbe dovuto individuare gli assegnatari mediante scorrimento della graduatoria dei richiedenti aventi diritto) di fatto si sarebbe occupato di individuare alloggi da assegnare direttamente a persone che gliene facevano richiesta, suggerendo loro di volta in volta modalità solo apparentemente legittime, quali la procedura di “ampliamento del nucleo familiare”, o di “cambio alloggio”, o talvolta addirittura proponendo l’occupazione di alloggi liberi per successivamente chiederne la regolarizzazione.
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