Due mesi e mezzo dopo l’alluvione del 21 ottobre scorso, il borgo di Jacurso è, e rimane sempre più isolato, purtroppo. L’anno appena iniziato non lascia intravedere una soluzione positiva su questo versante. Ci sono paesi dell’entroterra calabrese, come Jacurso, che si ritrovano addossati sulle colline e sui monti e che già scontano di per sé un isolamento territoriale dovuto alla loro collocazione geografica. Se poi, aggiungiamo come nel caso specifico, l’isolamento indotto da una viabilità pregiudicata e tale da non consentire, o limitare al massimo, in uscita e in entrata l’ingresso nel paese, il rischio serio che si possa verificare, è quello di danneggiare – come sta avvenendo - le già poche attività commerciali che ci sono e che stanno subendo gravi ripercussioni da questa condizione di stallo completo. Se poi, come pure accaduto recentemente in passato, ci fosse la necessità che si debbano muovere gli operatori sanitari e vi fosse qualche caso d’urgenza se qualche persona si sentisse male, la situazione s’aggraverebbe e diventerebbe più complessa. Se a questo ci mettiamo pure che tutto ciò non farà altro che provocare, inevitabilmente, un’accelerazione del suo spopolamento peraltro già in atto e dovuto al fatto che la popolazione è prevalentemente composta da persone anziane, la morte di un paese, in questo modo, viene inesorabilmente sancita. E Jacurso, dal canto suo, non sta vivendo giornate tranquille; i cittadini jacursesi, le circa 500 anime che popolano questo caratteristico borgo, si sentono letteralmente tenuti al margine, a causa del loro isolamento stradale.
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