Ragazze georgiane reclutate sui social, a capo un crotonese. Le ragazze venivano reclutate con annunci sui social e una volta giunte in Italia dovevano pagare 500 euro per lavorare, per lo più come badanti o cameriere senza alcun contratto. E’ quanto emerge dall’indagine della Squadra mobile di Crotone che questa mattina ha portato all’esecuzione di 9 ordinanze cautelari (quattro in carcere e cinque ai domiciliari) chieste dalla Dda di Catanzaro per altrettante persone accusate di avere fatto parte di un’organizzazione che favoriva il reclutamento, l’ingresso e la permanenza sul territorio nazionale di cittadini georgiani da utilizzare come forza lavoro in condizioni di sfruttamento. In carcere sono finiti: Antonio Miletta, 73 anni, Tamila Chavleishvili 30 anni; Monika Daraselia, 30 anni, Maia Gulkhadarashvili, 39 anni. Ai domiciliari: Maria Lucia, 53 anni; Otari Kogua, di 36 anni e Ana Kankadze, di 38; Abesalomi Gogolishvili, 47 anni, e Spartak Todua, 30 anni.
L’operazione è il risultato di una complessa indagine condotta dalla squadra Mobile di Crotone che nel 2022 aveva ricevuto la denuncia di una ragazza georgiana, attirata da un annuncio su Facebook che prometteva lavoro in Italia. Al suo arrivo era stata messa in una safe house a Botricello con altre dieci connazionali, le era stato sottratto il passaporto e chiesti 700 euro per le spese di viaggio. Inoltre le venivano chieste 10 euro al giorno di affitto e 2 euro a pasto. La ragazza era stata mandata poi a lavorare, senza alcun contratto, presso una famiglia. Attraverso una copiosa attività di intercettazione, la visione di decine di ore di filmati dalle telecamere di videosorveglianza, pedinamenti, analisi dei siti web, localizzazione di veicoli tramite satellite, la squadra Mobile ha messo in luce il modus operandi dell’organizzazione che faceva capo al crotonese Antonio Miletta, il quale coordinava le attività di tre donne georgiane che da tempo erano in Calabria: Tamila Chavleishvili, Monika Daraselia, Maia Gukhadarashvili che scrivevano gli annunci sui social e si occupavano della gestione delle ragazze che arrivavano in Italia. Ragazze che per lavorare dovevano pagare 500 euro. Le georgiane venivano fatte lavorare come badanti o cameriere senza alcun contratto. L’indagine ha verificato almeno una trentina di casi di donne che venivano attratte con l’inganno in Italia per essere sfruttate. Il gip di Catanzaro ha disposto anche il sequestro di due safe house a Botricello e due a Steccato di Cutro.
Caricamento commenti
Commenta la notizia