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In coma dopo il cesareo a Catanzaro: ci sarà un nuovo appello

L’oncologa 43enne Catia Viscomi di Soverato finì in coma vegetativo durante quell’intervento nel corso del quale diede alla luce il suo primogenito.

Ci sarà un nuovo processo d’appello per falso in atto pubblico a carico del capo dell’equipe chirurgica dell’ospedale “Pugliese” che il 6 maggio 2014 si occupò del parto cesareo della puerpera Caterina (Catia) Viscomi. L’oncologa 43enne di Soverato finì in coma vegetativo durante quell’intervento nel corso del quale diede alla luce il suo primogenito.
È quanto ha disposto la quinta sezione della Corte di Cassazione, che ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione emessa in secondo grado nei confronti del ginecologo Francesco Quintieri, relativamente appunto al falso in atto pubblico in riferimento alla redazione della cartella clinica della donna, il cui marito, Paolo Lagonia, si è costituito parte civile (in proprio e quale tutore della moglie e del figlio), rappresentato dall’avvocato Antonietta Denicolò Gigliotti.
Il ginecologo era stato assolto in secondo grado - il processo d’appello era partito a luglio 2023 - sia dall’accusa di lesioni che da quella di falso in atto pubblico. In primo grado, invece, al termine del processo con rito abbreviato, era stato condannato a 1 anno e 8 mesi, vedendosi riconosciute le attenuanti generiche e la sospensione della pena. In quel processo era imputato assieme a lui anche il direttore dell’Unità di Anestesia e rianimazione, Mario Verre, assolto per non aver commesso il fatto; entrambi i medici sono stati difesi dall’avvocato Vincenzo Ioppoli.
Al termine del primo grado di giudizio, tra l’altro, il gup Pietro Carè aveva disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per verificare la sussistenza di un eventuale reato di falsa testimonianza nei confronti di uno dei medici ascoltati in aula durante il processo.

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