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Crotone, sui lavori a Capocolonna incombe un guazzabuglio di ricorsi e sentenze

È una matassa difficile da sbrogliare. Ogni giorno infatti compare un ostacolo sul progetto finanziato dal Pnrr per riqualificare l'area archeologica di Capo colonna e demolire i due immobili abusivi appartenenti alla famiglia Grande Aracri di Cutro.
L’ultima nuova sull’accidentato percorso del progetto arriva da Roma. Il Consiglio di Stato, accogliendo l'istanza della società "Costruzioni Luchetta", ha affidato al Dipartimento Strutture per l’ingegneria e l’architettura dell’Università Federico II di Napoli il compito di stabilire se le modifiche ai lavori presentate dalla ricorrente aggiudicataria dell'appalto sono «migliorie» oppure «varianti» rispetto agli interventi originari del progetto. Il quale però non è più valido. In quanto, il 19 dicembre 2024, il Comune di Crotone ha revocato la determina dirigenziale che il 29 dicembre 2023 sancì l'esito positivo della Conferenza dei servizi decisoria che approvò il progetto poi appaltato. Per poi decidere - a febbraio - di rivisitare l'appalto-progetto alla luce delle prescrizioni, tardive, che il 26 aprile 2024 erano arrivate dalla Regione nell'ambito della Valutazione di incidenza (Vinca).
Un groviglio giudiziario-amministrativo che potrebbe mettere a rischio i fondi – pari a 5,8 milioni di euro – che il Pnrr impone di spendere per il promontorio entro il 31 marzo 2026 e per i quali l'ente vuole ottenere una proroga dal Ministero dell'Interno al 31 dicembre 2027.

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