
Adesso tocca al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica fornire ulteriori documenti sull'iter di bonifica dell'ex area industriale di Crotone. Lo ha stabilito ieri il Tar della Calabria. I giudici amministrativi di prima istanza chiamati a pronunciarsi sulla richiesta della Regione di annullare il decreto dell'1 agosto 2024 del Mase che ha approvato il progetto stralcio del Pob Fase 2 di Eni Rewind, ha disposto in capo al dicastero due adempimenti: da un lato - si legge nell'ordinanza - la «produzione di tutti gli atti, compresi i verbali conclusivi, relativi alla Conferenza di servizi» del 28 gennaio scorso; dall'altro «una dettagliata relazione sullo stato del procedimento» di risanamento ambientale del Sin di Crotone che versa in una fase di stallo.
Il Tribunale amministrativo vuole approfondire l'attività istruttoria i cui esiti saranno discussi nell'udienza del 18 giugno. E questo prima di decidere se accogliere o meno il ricorso della Regione (anche il Comune capoluogo e la Provincia ne hanno presentato uno uguale), contro il decreto di agosto del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Sotto accusa, com'è noto, è finito il provvedimento emesso 7 mesi fa dal Ministero dell'Ambiente che ha autorizzato la società del gruppo Eni che gestisce l’area industriale dismessa, a conferire nella discarica di Columbra della Sovreco, le sostanze pericolose, senza Tenorm e amianto, derivanti dalla bonifica delle zone contaminate.

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