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Crotone, sugli interventi a Capo colonna adesso incombe un altro ricorso

L’obiettivo è riqualificare il promontorio abbattendo i manufatti abusivi dei Grande Aracri. La “Chisari Gaetano” al Tar contro la revisione dei lavori del Comune

Incombe un altro ricorso sull'accidentato percorso per riqualificare l'area archeologica di Capo colonna e demolire i due immobili abusivi appartenenti alla famiglia Grande Aracri di Cutro.

Questa volta è stata la società "Chisari Gaetano", arrivata seconda alla gara per l'aggiudicazione dei lavori, ad essersi rivolta al Tar della Calabria contro la decisione del Comune di Crotone di rivedere il progetto finanziato da Pnrr dopo le prescrizioni della Regione.

L'azienda ha infatti chiesto ai giudici amministrativi di annullare, previa sospensione, due provvedimenti: l'atto col quale il Municipio il 19 dicembre 2024 ha revocato la determina dirigenziale che il 29 dicembre 2023 sancì l'esito positivo della Conferenza dei servizi decisoria che approvò gli interventi.

E poi il decreto della Cittadella che il 26 aprile 2024, nell'ambito della Valutazione di incidenza (Vinca) resa con 120 giorni di ritardo dalla chiusura della stessa Conferenza dei servizi, ha definito «non attuabili» sia la realizzazione del porticciolo sul versante sud del promontorio (della portata di 531.435,46 euro), che le opere di ingegneria naturalistica in entrambi i versanti di Capo colonna (del valore di 197.151,54 euro).
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