
Da un lato ci sono le foto delle schede elettorali scattate nell’urna che provavano la preferenza data a Flora Sculco, in barba alle norme sulla segretezza del voto. Dall’altro le richieste di favori e assunzioni, tanto nel pubblico quanto nel privato, che venivano inoltrati all’ex consigliera regionale ed a suo padre Enzo Sculco. Mentre in altre circostanze ancora le raccomandazioni sollecitate, soprattutto lavorative, sarebbero andate di pari passo con il consenso espresso per la stessa Sculco. Così avrebbe funzionato il presunto sistema clientelare messo in piedi dagli Sculco per “coltivare” il proprio bacino elettorale.
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