
Nelle nuove carte finite agli atti del processo “Glicine-Acheronte” figurano anche i messaggi via WhatsApp tra Enzo Sculco e Arturo Crugliano Pantisano che confermerebbero le pressioni esercitate, nel 2020, sull’allora presidente facente funzioni della Provincia di Crotone, Peppe Dell’Aquila, affinché nominasse lo stesso Crugliano Pantisano capo di gabinetto dell'ente intermedio. Un incarico che alla fine gli venne affidato in seguito all’accordo che Sculco, Crugliano Pantisano e Dell’Aquila riuscirono a trovare. È quanto emerge dall'informativa dei carabinieri del Ros del 14 maggio 2024 che la Dda di Catanzaro ha depositato nel dibattimento in corso al Tribunale di Crotone che vede sotto accusa 101 persone.
Il documento contiene le conversazioni che i militari dell’Arma hanno estrapolato dal cellulare sequestrato all’ex consigliere regionale quando il 27 giugno 2023 scattò l’operazione con l’esecuzione di 43 misure cautelari. Col blitz “Glicine-Acheronte”, la Procura antimafia di Catanzaro si disse convinta da un lato di aver smantellato il presunto comitato d’affari che avrebbe utilizzato le istituzioni pubbliche per fini elettorali, e dall’altro di aver sgominato il clan dei “papaniciari” che s’era riorganizzato dopo la scarcerazione nel 2014 del boss Mico Megna. E sullo sfondo di questo ipotizzato quadro delinquenziale, si inserisce la battaglia politica per l’assegnazione dell’incarico apicale del Palazzo di via Mario Nicoletta a Crugliano Pantisano.
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