Il dramma familiare di Lamezia. Un omicidio avvenuto in un contesto di disperazione, droga e richieste di soldi

È bastato un colpo. Dritto al volto. Per spezzare la vita di Bruno Di Cello, trentenne lametino con la passione per la moda.
Ennesimo dramma familiare a Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, dove un uomo, Francesco Di Cello, 64 anni, guardia giurata in pensione, ha ucciso il figlio con un colpo di pistola alla testa. Il fatto è avvenuto nella tarda mattinata di ieri, in via Trani, in località Marinella, zona residenziale estiva lametina. Secondo quanto si è appreso, il giovane sarebbe stato ucciso al culmine di una lite dal padre, che si è poi costituito alle forze dell’ordine.

Un delitto maturato in un contesto di disperazione fatto di droga e richieste di soldi

Il 30enne stava percorrendo la strada a bordo della sua auto, una Alfa Romeo Giulietta di colore bianco, quando sarebbe stato raggiunto dal padre. I due avrebbero avuto quindi una discussione al termine della quale il padre avrebbe sparato un colpo di pistola contro il figlio, uccidendolo. Un delitto che, secondo ambienti vicini agli inquirenti, sarebbe maturato in un contesto di disperazione, fatto di droga e continue richieste di soldi da parte della vittima.

Il testimone: "E' stata una scena agghiacciante"

A scoprire il corpo senza vita di Bruno Di Cello è stato un ragazzo che stava rientrando a casa, vicino a dove si è consumato il dramma. «È stata una scena agghiacciante – ha dichiarato il testimone alla Gazzetta del sud – ho visto il corpo del ragazzo in mezzo alla strada, in una pozza di sangue. Non c’era nessuno, ho chiesto aiuto ma non è arrivato nessuno. Ho poi chiamato i carabinieri e il 118». Il ragazzo, che è stato sentito dalla Polizia che sta indagando sull’omicidio, è molto provato. «È una scena che non dimenticherò mai – racconta ancora – aveva il viso frantumato. Una tragedia. Un orrore».
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