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Dalle estorsioni all’imprenditoria, l’ascesa criminale del clan Iannazzo a Lamezia Terme

Nell’ordinanza che ha portato ad otto arresti di presunti esponenti della cosca ricostruiti i rapporti e l’evoluzione dell’organizzazione che controlla Sambiase e i comuni della costa

Viene ricostruita la storia criminale del clan Iannazzo nell’ordinanza del Gup che ha portato all’arresto di 8 persone (6 in carcere, 2 ai domiciliari), nell’ambito dell’inchiesta condotta dai Carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e dagli agenti della Polizia di Catanzaro e Lamezia, con il coordinamento della Dda. In carcere sono finiti il boss Francesco Iannazzo, detto “U Cafarone”, sua moglie Giovannina Rizzo, Pierdomenico Iannazzo, Antonio Iannazzo, Vincenzo Iannazzo e Francesco Amantea ritenuto il factotum e autista del boss detenuto. I domiciliari sono stati concessi a Emanuele Iannazzo e Giuseppe Ruffo. Devono rispondere, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, detenzione di armi da fuoco. Disposto anche il sequestro preventivo dì una società di autonoleggio e di una somma di denaro per un ammontare di oltre 7.820 euro.
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