
C’era aria di festa, quella sera del 27 aprile, nel cuore della movida di Vibo Valentia. Ma all’improvviso, la leggerezza si è spezzata, trasformandosi in caos. Un alterco davanti a un locale del centro è degenerato in una violenta rissa, coinvolgendo un gruppo sempre più numeroso di giovani — molti dei quali minorenni — che si sono affrontati con calci, pugni, bottiglie e sedie lanciate in mezzo alla strada. Sono passate diverse settimane da quella sera, ma le indagini della Questura di Vibo Valentia non si sono mai fermate.
Dopo i primi nove identificati, nei giorni scorsi sono emersi altri quattro nomi. Giovani anche loro, ora indagati per il reato di rissa aggravata. Per due di questi, non residenti nel capoluogo, il Questore Ruperti ha disposto il foglio di via obbligatorio per una durata di tre anni: un provvedimento che li terrà lontani dalla città per un lungo periodo. Per tutti e quattro, inoltre, è stato emesso un avviso orale, una misura di prevenzione personale prevista dalla legge per soggetti considerati socialmente pericolosi.
In totale, dunque, sono 13 i giovani indagati e segnalati all’Autorità Giudiziaria per la rissa, mentre proseguono le attività investigative per accertare eventuali ulteriori responsabilità e identificare eventuali altri partecipanti. Il lavoro della Squadra Mobile, pur ostacolato dall’assenza di collaborazione da parte dei testimoni e degli avventori del locale — molti dei quali si sono voltati dall’altra parte — non si è arrestato. Gli investigatori hanno ricostruito i fatti con pazienza, incrociando testimonianze, immagini delle telecamere e altri elementi raccolti sul campo.
Nel frattempo, la risposta della Questura non si è limitata alle identificazioni. A seguito degli accertamenti della Divisione di Polizia Amministrativa, è scattato anche un provvedimento di sospensione della licenza per il locale teatro degli scontri, in applicazione dell’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Una misura forte, adottata per tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica e lanciare un segnale chiaro contro quella che sempre più spesso viene definita “mala movida”. Sono in corso ulteriori verifiche per l’eventuale applicazione di misure di prevenzione anche nei confronti degli indagati residenti in città
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