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'Ndrangheta a Vibo, appello di Rinascita Scott. Il boss Luigi Mancuso riprende il suo posto

La posizione del capobastone Luigi Mancuso è stata riunita al filone principale della maxi inchiesta In primo grado il “Supremo” era stato stralciato e infine condannato a trent’anni di reclusione

Il boss Luigi Mancuso è rientrato nel lungo elenco degli imputati del processo nato dalla maxi inchiesta Rinascita Scott. Nell’udienza di ieri del processo di secondo grado, la presidente della Corte d’Appello Loredana De Franco, ha comunicato che la posizione del capobastone di Limbadi sarà trattata nel filone principale del procedimento con gli altri duecento imputati. Andata e ritorno per il mammasantissima di Limbadi. Nel dicembre del 2022 infatti la sua posizione era stata stralciata dal maxi processo e riunita, su decisione del Tribunale di Vibo Valentia, agli imputati di Petrolmafie l’inchiesta sulle infiltrazioni della cosca vibonese nel settore degli idrocarburi. La posizione di Luigi Mancuso, 68 anni, era stata stralciata dal troncone principale dopo che la Corte d’Appello di Catanzaro aveva accolto la ricusazione di due giudici del Collegio giudicante, così come avanzato dalla difesa. Trent’anni è stata infine la condanna rimediata al termine del processo di primo grado.
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