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Omicidio Iona a Belvedere Spinello: le tesi contro Marrazzo «non supportate da prove»

Agostino Marrazzo

Da un lato c’è la «debolezza» delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Francesco Oliverio. Dall’altro l’assenza di riscontri nelle conversazioni intercettate. In entrambe le circostanze sono mancate «prove idonee a supportare la tesi accusatoria». La Cassazione spiega perché lo scorso 7 marzo ha scagionato il boss di Belvedere Spinello, Agostino Marrazzo, dall’accusa di aver ordinato l’omicidio di Franco Iona, nipote del defunto capobastone di Rocca di Neto, Guirino Iona, avvenuto l’8 ottobre 1999.
La Suprema corte, nel processo di rito abbreviato scaturito dall’inchiesta “Six Towns”, ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’assise d’appello di Catanzaro che, il 26 febbraio 2024, inflisse l’ergastolo al 61enne (condannato per associazione mafiosa). Contestualmente, gli ermellini hanno reso definitive tre condanne: 8 anni per Sabatino Domenico Marrazzo (fratello di Agostino), 9 anni per Saverio Gallo e 8 anni per Francesco Rocca; ridotto la pena per il pentito Francesco Oliverio da 14 anni e 6 mesi a 13 anni e 2 mesi; oltre ad aver disposto un nuovo giudizio d’appello per Fabio Lopez.
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