
Non c'è stato alcun patto elettorale tra l’ex sindaco di Casabona, comune dell’entroterra crotonese, e una locale cosca di 'ndrangheta. Lo ha stabilito il Tribunale del riesame di Catanzaro che oggi ha annullato integralmente l’ordinanza con la quale il gip distrettuale aveva disposto per Francesco Seminario la custodia cautelare in carcere con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso. Una decisione adottata in seguito alla sentenza della Cassazione che lo scorso aprile ha annullato con rinvio un precedente giudizio del Tribunale del riesame con il quale era stata ritenuta insussistente l’accusa di concorso esterno, ma confermata quella di voto di scambio. In quel frangente, nell’ottobre dello scorso anno, Seminario era stato scarcerato e sottoposto agli arresti domiciliari. L’ex primo cittadino era stato arrestato nell’ambito dell’operazione «Nemesis» coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, accusato di aver stretto un patto elettorale con la cosca Tallarico, in cambio di appalti e favori. Dopo la prima decisione del Riesame, che aveva di fatto confermato l’esistenza di quel patto, la Cassazione ha tuttavia rilevato contraddizioni nella motivazione dei giudici, l’omissione della valutazione delle memorie difensive e l’insufficienza degli elementi a sostegno delle accuse, annullando l’ordinanza con rinvio ad altro giudice. Al centro della vicenda c'era soprattutto una «telefonata chiave» tra un intermediario della cosca e Seminario, ritenuta dall’accusa la prova dello scambio elettorale con i Tallarico. Tuttavia, secondo la Cassazione, la perizia fonica prodotta dalla difesa sul contenuto effettivo della conversazione ha ridimensionato significativamente il valore probatorio dell’intercettazione. Parte di quella conversazione, peraltro, non risultava trascritta nelle versioni utilizzate dalla polizia giudiziaria.
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