
Si è concluso, dinanzi al Gip De Nino, l’incidente probatorio volto ad accertare la capacità di intendere e di volere di Francesco Di Cello, reo confesso della morte del figlio Bruno.
Il Professore Stefano Ferracuti ha depositato ed illustrato la perizia psichiatrico forense con la quale ha accertato la sussistenza di un vizio di mente al momento del fatto, tale da grandemente scemare la consapevolezza e volontarietà del tragico evento.
Il Perito, sollecitato dalle domande del Giudice e dei legali di Francesco Di Cello, avvocati Giuseppe Spinelli e Renzo Andricciola, ha ben descritto il contesto costrittivo che ha cagionato il patologico e fatale senso di inevitabilità e di ultima spiaggia, nel quale la sofferenza psichiatrica dell’indagato si è manifestata, tracciando la causalità dell’evento nella malattia psichica, motivata ed innescata dagli impellenti problemi che il nucleo familiare stava subendo.
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