
È tornato in libertà Antonio Lonetto, il 44enne imprenditore imputato con altre quattro persone nel procedimento di rito abbreviato nato dall'inchiesta della Dda di Catanzaro sui presunti tentacoli che la cosca Bagnato avrebbe allungato sul Comune di Roccabernarda (Crotone).
Lo ha stabilito il gup distrettuale Mario Santoemma, che - accogliendo la richiesta dell'avvocato Aldo Truncè - ha revocato la misura cautelare dei domiciliari alla quale il 44enne si trovava sottoposto. L'operazione, sulla scia del blitz "Trigarium" che ha portato a 14 condanne definitive, scattò il 17 novembre 2023 con tre arresti eseguiti dai carabinieri.
Per gli inquirenti, l'ex sindaco di Roccabernarda, Vincenzo Pugliese, assieme agli allora tecnici dell'ente, Giovanni Iaquinta e Luigi Piro, avrebbero condizionato le «modalità di scelta del contraente al quale affidare il servizio di manutenzione di illuminazione pubblica».
In che modo? «Anziché assegnare il servizio tramite gara pubblica tra le diverse imprese concorrenti» - è la tesi investigativa - le opere sarebbero state frazionate «strategicamente in plurime assegnazioni periodiche», così da affidare direttamente gli interventi «sotto soglia», dal 2010 al 2018, alla ditta "Elettric Service" di Antonio Lonetto, ritenuta contigua ai Bagnato.
Una ricostruzione che la Procura antimafia avrebbe riscontrato all'indomani della fine del mandato di Pugliese, quando nel 2017 Nicola Bilotta divenne primo cittadino. «Appena Bilotta - è la tesi accusatoria - recideva il cordone ombelicale che legava» il Municipio a Lonetto, «affidando temporaneamente il servizio elettrico ad un'impresa terza e selezionata in modo lecito», iniziarono «a consumarsi episodi di danneggiamento» sia contro il Comune che ai danni della società aggiudicataria dell'appalto.
Lonetto è imputato col boss Antonio Santo Bagnato, suo fratello Gianfranco ed i collaboratori di giustizia Domenico Iaquinta e Tommaso Rosa (quest'ultimo deve rispondere di essere stato il basista dell'omicidio di Rocco Castiglione e del tentato omicidio del fratello Raffaele, avvenuti nel 2014). Processo ordinario per Vincenzo Pugliese, Giovanni Iaquinta, Luigi Piro e Salvatore Aprigliano.
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