Militari del Servizio Centrale I.C.O. e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della locale Procura, con cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di 9 soggetti (59 in totale gli indagati), accusati a vario titolo di aver promosso, diretto, finanziato, organizzato e realizzato un intenso traffico internazionale di sostanze stupefacenti dal Sudamerica.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
Francesco Aloi
Cesare Antonio Arcorace (irreperibile)
Nicola Chiefari
Cosimo Damiano Gallace
Ivano Piperissa
Francesco Riitano
Bruno Vitale (irreperibile)
Domenico Vitale (classe 1976)
Domenico Vitale (classe 1969).
GLI INDAGATI
Alicandri Ruben (Roma, 18.01.1977);
Aloi Francesco detto "Franco" (Catanzaro, 25.11.1967);
Alvaro Vincenzo (Sinopoli, 16.12.1972);
Aquino Lucio (Torano Castello, 26.02.1962);
Arcorace Cesare Antonio (Locri, 04.08.1989);
Arcorace Gianfranco (Locri, 09.12.1989);
Arcorace Salvatore (Torino, 25.01.1980);
Barone Felice (Mussomeli, 20.02.1982);
Bifulco Pasquale (Careri, 31.03.1973);
Bonanno Mario (Germania, 20.04.1972);
Borgese Giuseppe (Gioia Tauro, 26.03.1973);
Borromeo Vincenzo (Catanzaro, 28.04.1991);
Brandimarte Vincenzo (Cinquefrondi, 06.06.1996);
Bruzzaniti Leone (Bova Marina, 27.05.1960);
Cavallo Ilario (Catanzaro, 27.04.1979);
Capuano Teodoro dello "Valerio" (Brindisi, 07.10.1960);
Chaalan Isa (Olanda, 11.06.2000);
Chiefari Nicola (Guardavalle, 01.06.1973);
Comito Ilario (Locri, 03.10.1967);
De Luggo Giovanni (San Giuseppe Vesuviano, 30.10.1981);
Dessì Robertino (Nurri, 09.04.1977);
Gagliardi Angelo (Soverato, 06.09.1995);
Gallace Antonio (Guardavalle, 07.07.1963);
Gallace Cosimo Damiano (Guardavalle, 12.04.1961);
Jiritano Giuseppe (Cinquefrondi, 25.12.1998);
Marinelli Giovanni (Brindisi, 13.10.1965);
Mazzei Alessandro (Lamezia Terme, 20.08.1979);
Menniti Alessandro (Soverato, 17.08.1987);
Laera Giovanni (Monopoli, 06.07.1959);
Nastasi Roberto (Roma, 15.07.1975);
Oliviero Donato (Belgio, 10.01.1988);
Palamara Mario (Melito Porto Salvo, 23.08.1969);
Pasquino Vincenzo (Torino, 03.10.1990);
Pellicano Paolo (Reggio, 04.05.1998);
Perronace Antonio Cosimo (Soverato, 29.08.1994);
Pesce Ubaldo (Biella, 18.05.1981);
Pezzimenti Leone (Reggio, 24.03.1981);
Piperissa Ivano (Catanzaro, 28.02.1976);
Pupillo Manolo (Roma, 11.04.1980);
Radicchi Riccardo (Bracciano, 29.12.1979);
Raho Giacinto (Sava, 26.10.1951);
Riitano Alessandro (Nettuno, 30.01.1979);
Riitano Angelo (Soverato, 03.03.1990);
Riitano Francesco (Guardavalle, 07.06.1980);
Riitano Paolo (Catanzaro, 10.03.1976);
Romeo Antonio (Locri, 10.01.1989);
Sebastiani Rossano (Marino, 23.06.1975);
Serpa Giuseppe (Reggio, 27.06.1976);
Serra Andrea (Cagliari, 23.04.1973);
Serra Mario (Villacidro, 26.06.1971);
Sorgiovanni Cosimo (Siderno, 18.03.1978);
Taliento Giovanna (Ostuni, 12.08.1987);
Taverniti Francesco detto "Gendarme" (Catanzaro, 23.08.1974);
Vetrano Salvatore (Tivoli, 21.08.1981);
Vitale Bruno (Catanzaro, 30.06.1997);
Vitale Domenico (Catanzaro, 08.07.1969);
Vitale Domenico (Guardavalle, 01.06.1976);
Vitale Giuseppe (Catanzaro, 04.08.1977);
Vitale Vincenzo (Catanzaro, 11.04.1993).
Disposto contestualmente il sequestro preventivo, anche per equivalente, del profitto dei reati contestati, determinato in oltre 47 milioni di euro, nonché di specifici fabbricati e terreni il cui acquisto non risulta giustificato dai redditi dichiarati dai sodali, per un valore complessivo di circa 600.000 euro.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica – D.D.A. Catanzaro e sviluppate dal locale Nucleo di polizia economico finanziaria – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) Catanzaro, hanno consentito di delineare l’operatività di un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico, di matrice ‘ndranghetistica in quanto servente gli interessi della cosca Gallace di Guardavalle, con base direzionale nel predetto comune della provincia di Catanzaro, luogo di radicamento della cosca, e con referenti e basi logistiche in diversi luoghi del territorio nazionale (Lazio, Toscana, Sardegna e Lombardia) e all’estero.
In particolare, sono stati acquisiti gravi indizi circa la commissione da parte dell’organizzazione di plurime importazioni di sostanza stupefacente del tipo cocaina dal territorio sudamericano, principalmente dal Perù, dalla Colombia e dal Brasile, Paesi dove dimoravano stabilmente alcuni sodali che curavano il reperimento dello stupefacente e le operazioni logistiche di occultamento dello stesso all’interno di container (tecnica del c.d. “rip-of”) caricati su navi cargo destinate a porti del Nord Europa (prevalentemente Rotterdam, Amburgo e Anversa) e nazionali (Gioia Tauro, Livorno, Civitavecchia, Genova e Trieste), dove pure entravano in azione uomini dell’associazione in grado di organizzare squadre di esfiltratori dall’area portuale.
Sono stati, ancora, acquisiti gravi indizi circa la commissione di importazioni di cocaina tramite il vettore aereo presso lo scalo di Francoforte e della spedizione, tramite corriere, di cocaina liquida nascosta all’interno del succo di moringa ovvero celata imbevendo di stupefacente le scatole di cartone contenenti la frutta proveniente dalla Colombia.
Inoltre, l’organizzazione avrebbe commercializzato ingenti quantitativi di hashish destinati ai mercati di Roma, Grosseto e Milano, nonché appositi additivi chimici in grado di convertire la canapa legale in sostanza stupefacente e psicotropa, oltre ad aver allestito numerose piantagioni di marijuana in Toscana, Lazio e Calabria.
Tale tesi investigativa è stata, inizialmente, suffragata dall’analisi delle chat criptate (nelle quali i sodali pianificavano accuratamente le attività costituendo “chat di gruppo” cui partecipavano tutti i soggetti coinvolti nella singola operazione illecita), che portava all’identificazione di buona parte dei componenti del sodalizio in parola, in cui rivestiva un ruolo centrale un broker calabrese, ritenuto “uno dei referenti più grossi della Calabria”, di stanza in Germania.
Le operazioni illecite sarebbero state tutte dirette e coordinate da un elemento di vertice della cosca Gallace, esponente apicale della ‘ndrangheta. In tal modo venivano ricostruite, per il periodo maggio 2020-marzo 2021, importazioni di narcotico per oltre 1 tonnellata di cocaina e più di 200 kg. di hashish e venivano ricondotti all’organizzazione 17 sequestri (per oltre 400 kg. di cocaina) effettuati in Italia e all’estero.
Successivamente, con le tradizionali attività investigative, sarebbe stata delineata l’operatività attuale dell’organizzazione e, all’esito di mesi di collaborazione con la D.E.A. e con l’Esperto per la Sicurezza della D.C.S.A. di stanza a Lima (Perù), in data 19 settembre 2022, veniva sottoposto a controllo un container (proveniente dal Perù) contenente caffè, giunto al porto di Trieste, al cui interno sono stati rinvenuti e sequestrati circa 100 kg di cocaina.
Operazione "Kleopatra", il plauso di Wanda Ferro
«Rivolgo le mie congratulazioni alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata dal procuratore Salvatore Curcio, e agli investigatori dello Scico e del comando provinciale di Catanzaro della Guardia di Finanza, per l'importante operazione “Kleopatra” condotta oggi contro una organizzazione dedita al narcotraffico internazionale, riconducibile alla cosca di ‘ndrangheta dei Gallace. Un’operazione complessa, frutto di un lavoro investigativo articolato e rigoroso, che dimostra ancora una volta la capacità dello Stato di aggredire le organizzazioni mafiose non solo sul piano repressivo, ma anche su quello economico e patrimoniale. Il sequestro di beni per un valore di oltre 47 milioni di euro rappresenta infatti un colpo durissimo al cuore del potere mafioso: colpire i patrimoni illecitamente accumulati è la condizione indispensabile per spezzare la forza delle organizzazioni criminali». E’ quanto afferma il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, che sottolinea anche «l’altissimo valore della cooperazione internazionale in questa operazione, che ha visto il coinvolgimento della D.E.A. statunitense e dell’Esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga a Lima in Perù. È solo rafforzando la rete tra le istituzioni dei diversi paesi, e in particolare quelli dell’America Latina - tema al centro anche del recente vertice del programma europeo EL PAcCTO 2.0 che abbiamo tenuto proprio a Lima - che possiamo contrastare in modo efficace il traffico internazionale di stupefacenti, un business nel quale la ‘ndrangheta ha un ruolo chiave».
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