
Non era infondata la diffidenza manifestata dai Gallace nei confronti di Vincenzo Pasquino, un tempo attivissimo broker della cosca e da un anno collaboratore di giustizia. Nell’ordinanza di “Kleopatra”, sono riportate alcune delle dichiarazioni del pentito che hanno permesso di fare luce sulle dinamiche del sodalizio retto dal presunto boss Cosimo Damiano Gallace. Nel dare conto agli inquirenti del suo operato e di quello della consorteria di Guardavalle, Pasquino poneva se stesso come organico ai Gallace, in quanto loro referente in Sudamerica.
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