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Si chiude a Vibo Valentia il processo “Assocompari”: assoluzioni pesanti e sei condanne

Cade l’aggravante mafiosa contestata dalla Dda che invocava allo stesso tempo pene per 19 imputati. Al commercialista Barone 7 anni e 6 mesi. A Caparrotta invece 10 anni e l’obbligo di risarcire le Istituzioni

Cade l’aggravante mafiosa e il processo nato dall’inchiesta “Assocompari” (terzo capitolo del fascicolo “Rinascita”) finisce con solo sei condanne. Il resto del verdetto sono assoluzioni e la presa d’atto dell’intervenuta prescrizione. La Dda invece nella precedente udienza aveva chiesto ai giudici del Tribunale di Vibo Valentia di condannare 19 imputati e di assolverne solo uno.
A Giovanni Barone, commercialista e figura centrale nel castello accusatorio, sono stati inflitti sette anni e sei mesi (oltre a una multa di 13.700 euro), davanti a una richiesta di condanna a 22 anni. Basilio Caparrotta (classe 1971) è stato condannato a 10 anni di reclusione, contro i 16 anni richiesti dalla Dda. Dovrà risarcire le parti civili Ministero dell’Interno, Regione Calabria, Provincia di Vibo e Comune di Sant’Onofrio. Gaetano Lo Schiavo ha ottenuto 4 anni 8 mesi e 9.500 euro di multa (erano stati chiesti 9 anni); mentre Saverio Boragina, Luigi Fortuna e Anna Maria Durante sono stati condannati ciascuno a 2 anni e 4 mesi a fronte di richieste Dda comprese tra 2 anni e 8 mesi e 9 anni.
Più lungo l’elenco delle assoluzioni. Assolto con formula piena Basilio Caparrotta, classe 1961, difeso dagli avvocati Michelangelo Miceli e Leopoldo Marchese, per il quale la Procura aveva chiesto 16 anni con l’accusa di associazione mafiosa. Assolto anche il fratello Gerardo Caparrotta, classe 1968, difeso dall’avvocatessa Tiziana Barillaro (anche per lui la Dda aveva chiesto 16 anni). Assolti poi Fabrizio Solimeno e Sona Vesholli, difesi dall’avvocatessa Angela La Gamma, accusati di ricettazione aggravata dal metodo mafioso. Verdetto di assoluzione anche per Danilo Fiumara, Marilena Ventrici, Loris Junior Aracri, Francesco Santaguida, Antonella Silvia Serrao, Michele Vitale, Domenico Cicchello, Arone Raffaele, Francesco Caridà e Gianluigi Cecchi.
Se il maxi blitz “Rinascita Scott” del 19 dicembre 2019 aveva fornito l’organigramma dei clan vibonesi e il loro rapporto con uomini delle istituzioni, il secondo fascicolo, “Petrolmafie”, si era occupato del business degli idrocarburi. Con “Assocompari” invece la Dda di Catanzaro aveva aggiunto un nuovo tassello investigativo, il riciclaggio internazionale, facendo luce sugli affari illeciti della cosca Bonavota di Sant’Onofrio, ritenuta una delle articolazioni di ‘ndrangheta più potenti e pericolose della provincia di Vibo con ramificazioni a Filogaso, Maierato e Pizzo ma anche nel Lazio, in Liguria e in Piemonte.

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