
«Sei un maranza?». E giù botte su quell'uomo di nazionalità marocchina che riesce a sfuggire alla furia dei suoi aggressori ma viene inseguito prima a piedi e poi in auto finchè quella vera e propria caccia allo straniero si interrompe davanti a un presidio di militari dell’Esercito. E’ il film della brutale aggressione avvenuta nella tarda serata del 6 marzo scorso nel centro di Catanzaro, dove un uomo di 48 anni subisce la violenza di tre persone che saranno successivamente individuate dagli investigatori della Digos e della squadra Mobile della questura e che questa mattina sono finire agli arresti domiciliari con le accuse di propaganda, violenza e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Si tratta di tre esponenti dell’organizzazione di estrema destra Forza Nuova: Carmelo La Face, 47 anni, Giuseppe Sestito, 55 anni, rispettivamente responsabile regionale e referente provinciale di Fn per la città di Catanzaro, e Giuseppe Mumoli, 29 anni, responsabile cittadino. Nei loro confronti pesano le dichiarazioni della vittima che il gip di Catanzaro, Gilda Danila Romano, firmataria della misura cautelare, ritiene credibili non foss'altro perchè perfettamente riscontrate dai filmati delle varie telecamere di sorveglianza installate nel luogo dell’aggressione, nei pressi della centralissima piazza Matteotti, e nelle vie lungo le quali è avvenuto l’inseguimento della vittima a bordo di un’autovettura Bmw di colore grigio chiaro della quale è stato possibile leggere il numero di targa e risalire al proprietario, ovvero Giuseppe Sestito.
«I filmati agli atti consentono di accertare la verificazione della aggressione e l’identità degli autori» scrive in proposito il gip Romano aggiungendo che «tutta l’azione illecita, nonché le fasi precedenti e quelle successive connotate comunque anch’esse di elevato disvalore, sono state riprese perfettamente e dettagliatamente dalle telecamere di videosorveglianza speciale e cittadina poste a presidio dei luoghi ove il tutto si è verificato. La visione dei vari filmati, riportati dettagliatamente nella informativa e nella mozione cautelare nei frame di maggiore rilievo, ha quindi consentito, da un lato di dare pieno ed effettivo riscontro al narrato ricostruttivo della persona offesa: circa l’aggressione ad opera dei tre ragazzi, iniziata con spintoni da parte di due di loro, con schiaffi e pugni anche quando era già rovinato a terra, all’essere stato seguito per un rilevante tratto di strada, dell’avere uno di loro brandito al suo indirizzo una mazza di ferro; dall’altro, di procedere alla chiara ed inequivoca identificazione dei soggetti autori della aggressione, quali i tre odierni indagati.
Segnatamente, proprio le riprese effettuate dal servizio speciale - si legge ancora nell’ordinanza cautelare - consentono quindi di individuare l’arrivo dei tre giovani, le prime manovre finalizzate alla affissione dello striscione e poi lo scontro di unilaterale violenza iniziato proprio lì accanto. Come detto poi, altre telecamere insistenti sul percorso interessato dai fatti per cui si procede hanno censito gli altri movimenti, la cintura dei pantaloni sfilata da La Face, l’iniziale inseguimento, la partenza con l’auto (nella disponibilità, come detto, e come consentito dalla lettura della targa, di Sestito Giuseppe), la sosta sotto piazza Stocco, l’inseguimento a piedi con Sestito che manovra la mazza di metallo, poi la ripartenza in auto fino a fare tutto il giro del centro cittadino e infine fare ritorno a Piazza Rotella ove tutto era iniziato. Non vi è quindi alcun dubbio - secondo il magistrato - sulla riconducibilità del fatto violento propriamente ai tre soggetti».
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