La Cassazione mette il sigillo finale alla lunga disputa tra la casa di cura Villa Sant’Anna e l’Asp. Al centro del contendere gli oltre 20 milioni di euro di prestazioni che l’Azienda sanitaria provinciale pagò solo in parte all’ormai ex clinica cardiologica. Per i giudici capitolini il comportamento dell’Asp è stato corretto e il ricorso della clinica catanzarese è stato rigettato. Il Sant’Anna ha agito in giudizio per vedersi riconosciuti 20.759.058,00 di euro. Davanti al Tribunale di Catanzaro, la Asp si è costituita, ha eccepito che il contratto prevedeva un limite massimo di spesa, pari a circa 9 milioni. Il giudice in primo grado ha riconosciuto alla clinica il diritto ad un corrispettivo pari a 12.165.559,24 euro. La tesi della società era che, sebbene nel contratto fosse stato indicato un tetto massimo di remunerazione, la relativa clausola era stata da lei sottoscritta con riserva. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale