
Il tribunale di Catanzaro, sezione misure di prevenzione, si è riservato la decisione sulla richiesta di revoca dell’amministrazione giudiziaria che era stata disposta lo scorso 16 settembre nei confronti dell'Effeccì Crotone, società di calcio che milita nel campionato di serie C, in applicazione dell’articolo 34 del codice antimafia. La misura ha preso le mosse dalle risultanze investigative sviluppate in seguito alle inchieste della Dda di Catanzaro denominate Glicine-Acheronte dalle quali sono emersi elementi indicativi - a detta degli inquirenti - di come l’attività del club rossoblù negli ultimi anni sia stata sottoposta, direttamente o indirettamente, ai condizionamenti di cosche di 'ndrangheta radicate sul territorio crotonese. La difesa della società calcistica, che oggi ha chiesto la revoca del provvedimento al tribunale di Catanzaro, ha prodotto alcuni documenti che non erano presenti nel fascicolo e che dunque i giudici non avevano potuto valutare. Come quelli relativi alla figura di Sandro Oliverio, socio di maggioranza e amministratore della Seral, società incaricata dall’Fc Crotone della security nel periodo compreso fra il 2017 e il 2023, che secondo quanto si afferma nel provvedimento sarebbe stato lo strumento attraverso il quale la 'ndrangheta avrebbe esercitato il suo potere di intimidazione sulla società. Il difensore del Fc Crotone ha ricordato che il tribunale del riesame di Catanzaro, nel mese di luglio del 2023, pochi giorni dopo l’arresto, ha annullato la misura cautelare personale applicata a Oliverio per il reato di partecipazione a un’associazione mafiosa a causa della sua completa estraneità a qualsiasi contesto criminale. Lo stesso Riesame annotava come la Seral avesse comunicato alle forze di polizia l’elenco degli steward di cui si avvaleva. Oliverio è stato poi assolto da ogni accusa nel giudizio abbreviato. Ciononostante il Fc Crotone ha sostituito la Seral con la Securpol che, in quel momento, svolgeva i controlli di sicurezza nel palazzo di giustizia di Crotone su incarico della Procura della Repubblica. Quanto all’autista del pullman del Fc Crotone ritenuto affiliato alla criminalità organizzata, dai documenti - ha sostenuto la difesa della società - risulta che era dipendente di una società di trasporti con la quale il Fc Crotone aveva concluso un contratto per gestire gli spostamenti della squadra. In merito alle intercettazioni che documentano l’acquisto da parte del boss della cosca di Papanice, Domenico Megna, dei biglietti per alcune partite disputate dal Fc Crotone quando militava in serie A, la difesa ha sottolineato come la circostanza che la società non abbia regalato i biglietti agli affiliati nè da parte loro abbia subito pressioni per farlo dimostra l’inesistenza della soggezione alle cosche, la stessa che ha giustificato l’adozione della misura dell’amministrazione giudiziaria della quale è stata chiesta la revoca.
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