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"Come fuoco nella cenere", a Catanzaro le opere in mostra di Emilio Scanavino

Visioni interiori e forme "macro" daranno vita, a partire da giovedì al Museo Marca diretto da Rocco Guglielmo, a una nuova mostra di caratura internazionale, dedicata anche stavolta a un protagonista dell'arte contemporanea, Emilio Scanavino, pittore e scultore ritenuto dai critici uno dei massimi esponenti dell'espressionismo astratto.

L'esposizione, dal titolo "Come fuoco nella cenere”, proporrà fino al 15 luglio un nucleo di opere, tutte di grande formato.

Curata da Greta Petese e Federico Sardella, in collaborazione con l’Archivio Scanavino. La mostra raccoglie i dipinti più imponenti dell’artista, nato a Genova nel 1922 e morto a Milano nel 1986: oltre venti lavori realizzati a partire dagli anni Sessanta, tra cui oli su tela, tavola e carte provenienti dalle collezioni italiane più prestigiose, oltre che dalla Collezione Scanavino.

Esposta vi è anche l’opera che dà il titolo alla rassegna, “Come fuoco nella cenere”, presentata per la prima volta in occasione della 30esima Biennale di Venezia, nel 1960.

I lavori selezionati propongono uno spaccato sul percorso artistico di Scanavino, offrendo gli esempi più alti di alcune delle sue serie tipiche e coprendo un arco temporale di circa vent’anni, a partire dalla piena maturità, come "Alfabeto senza fine" del 1974 e "I nostri fiori" del 1973. La consapevolezza di un mondo di presenze da evocare attraverso la pittura è al centro della sua riflessione esistenziale, estetica ed artistica. Le opere esposte oltre ad essere accomunate dall’imponenza dimensionale, rivelano come quella di Scanavino sia una pittura innovativa articolata in diverse fasi: dopo un periodo iniziale dove l’arte figurativa sembra influenzare tutte le opere pittoriche dell’artista, la sua pittura inizia ad assumere tratti postcubisti che caratterizzeranno la sua carriera fino ai primi anni ’50, quando nei lavori si fa strada la trasposizione della sua interiorità, fatta di conflitti e tormenti.

Negli anni ’70 questo tratto è sempre più riconoscibile in quadri dove dominano forme inquietanti, quasi spaventose, sicuramente innovative. Come l’artista stesso rileva in una video intervista del 1961, "ieri il pittore andava all’aperto, dipingeva col cavalletto e faceva il paesaggio. Oggi ha necessità di guardarsi dentro, di sentire la vita direttamente, meditando certe emozioni, che non son più, diciamo così, panoramiche, ma interiori”.

La mostra è accompagnata da un volume bilingue italiano/inglese pubblicato da Silvana Editoriale con saggi di Greta Petese, Federico Sardella e Sara Uboldi, due conversazioni tra Nini Ardemagni Laurini, Greta Petese, Federico Sardella e Antonella Zazzera, la trasposizione di una video intervista a Emilio Scanavino andata in onda nel 1961, e un’ampia selezione di immagini.

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