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Luca Carboni, l'arte di ricominciare: domani il concerto a Catanzaro

Luca Carboni

Riparte da zero ogni volta con l'idea di «colorare un ipotetico nuovo foglio bianco», soprattutto dopo un album che gli ha regalato intense emozioni. Luca Carboni che chiuderà il suo “Sputnik tour” proprio a Catanzaro, domani al Politeama, è il primo cantautore protagonista del “Festival d'Autunno”, curato da Antonietta Santacroce, che torna nel capoluogo calabrese dopo qualche anno, felice di «rincontrarla dopo tanto tempo con un concerto che ha attraversato tutte e quattro le stagioni».

Non guarda mai al passato. C'è, però, qualcosa di cui ha nostalgia rispetto al mondo musicale che si è molto trasformato in questi 35 anni di carriera?

«È vero che amo guardare sempre avanti, però penso sempre con molta emozione ai miei primi tre album che hanno segnato la mia vita. Perché mi hanno fatto conoscere e sono stati molto apprezzati e poi perché sono stati quelli che hanno fatto realizzare il mio sogno di vivere di musica e rimane dentro di me la grande emozione di scoprire che quello che facevo arrivava in modo così forte alla gente quindi è sicuramente un periodo della mia vita che non posso dimenticare».

Essere cantautore e cantante sono due emozioni diverse, oggi ha ancora un significato scrivere i testi delle proprie canzoni?

«Credo che abbia un grande valore e lo sta dimostrando il fatto che anche nel mondo più alternativo, della nuova musica oltre alla dimensione legata al rap, sta tornando di moda tra i giovani una nuova canzone d'autore, che non morirà mai come tipo di espressione».

Il Festival omaggia Dalla e Battisti, quanto è legato a questi due nomi della musica italiana?

«Battisti, dato che lo ascoltavano tanti miei fratelli maggiori, mi ha fatto innamorare dell'idea di scrivere canzoni e mi piaceva tantissimo la sua potenza e la sua leggerezza pur piena di emozioni, ma con la sua musicalità molto popolare, diretta, forte, pur non essendo mai banale. Con Lucio Dalla, invece, ho un legame ancora più forte, perché con lui ho lavorato, è stato il mio editore. È in qualche modo colui che quando facevo il semplice autore per gli Stadio, la sua band, mi ha spinto a cantare, in prima persona, le cose che scrivevo e quindi a diventare cantautore».

Che concerto sarà domani?

«Ogni tour è figlio dell'ultimo album, però il percorso musicale di questo concerto è legato all'idea un po' di raccontare il tempo che passa e quindi tocca un po' di canzoni dai miei inizi fino ad oggi, praticamente tutti questi trentacinque anni di musica, quindi sicuramente ci sono alcuni brani del nuovo album, ma anche un po' di canzoni della mia storia musicale».

E dopo, una pausa?

«Ho un paio di cose ancora, poi mi fermerò per riflettere sulla scrittura di cose nuove meditare cominciare a sperimentare nuove strade. Devo mettermi davanti a questo ipotetico foglio bianco e capire come colorarlo e utilizzarlo».

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