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E' morto a 81 anni il poeta catanzarese Gregorio Scalise: saggista e drammaturgo

Gregorio Scalise

E’ morto, a 81 anni, a Bologna il poeta Gregorio Scalise. Nato a Catanzaro, partecipa al '68 francese e italiano. Sono gli anni della sua formazione culturale e intellettuale: si avvicina alla filosofia moderna, alla letteratura tedesca, legge testi di sociologia e di estetica. Il clima politico e culturale è quello descritto nei suoi libri: A capo (1968), L’erba al suo erbario (1969), pubblicati con la casa editrice Geiger di Adriano Spatola. Segue L’uomo nell’astuccio (1969) in copie numerate, oggi esaurito, un testo visivo dove il commento scritto fa da contrappunto alle immagini.

Prenderà parte a vari convegni, festival e mostre di poesia visiva (Saragozza, Parigi, Madrid, Montevideo), pubblicando interventi e proposte su riviste e giornali, ma oltre alla poesia sperimenterà la narrazione, in racconti pubblicati su Carte Segrete, Nuovi Argomenti, Bologna Incontri, e su Il Corriere del Giorno. E’ di questo periodo l’avvicinamento di Scalise alla critica d’arte, con la cura di cataloghi e gli scritti per la Galleria d’arte moderna di Bologna. (ITALPRESS) - (SEGUE).

Un "visivo" sempre più narratore, come dimostrano i racconti Cassandra (Udine 1959, Bologna 1975, 1993), Giacobini neri (Bologna, 1975), La psicologa (ivi, 1992), Menino de rua (ivi,1991), The profiler (ivi, 2006), ma che non dimentica la poesia: nel 1974 pubblica Sette poesie (Bologna), primo momento di transizione dalle prove sperimentali degli anni precedenti. E' il poema Segni pubblicato nell’antologia curata da Alfonso Berardinelli e Franco Cordelli (Il pubblico della poesia, 1975) a segnare il riconoscimento di Scalise come poeta. Il volume rappresenta un tentativo di dare forma e criterio alla produzione della poesia italiana del periodo.

A sostenere il poemetto sarà soprattutto Franco Fortini, che ha lasciato una forte testimonianza in Breve secondo novecento, ora nei Meridiani Mondatori. Negli anni Settanta, Scalise si avvicina a tutti quei poeti e intellettuali che a Roma si incontrano agli spettacoli del Beat 72. Nel 1979 Scalise pubblica Dodici poesie con la prefazione di Giovanni Raboni, il quale segnala una maturità scalisiana rispetto agli anni precedenti, ma senza perdere quell'unicum che lega tutte le sue raccolte. Nel 1982 il poeta approda alla casa editrice Arnoldo Mondadori Editore con La resistenza dell’aria, che vince il premio Vallombrosa, assieme a Piero Chiara.

Nel libro si raccolgono le esperienze maturate dopo il '68 (il testo più indicativo in questo senso si intitola La firma di Shakespeare) e si inizia un discorso sistematico, con volontà di ricostruzione dei nessi sintattici e logici, restando al di qua della liricità abituale e dagli esiti scontati e scontabili. Degli anni Ottanta sono le raccolte di poesie Gli artisti (1986) con la prefazione di Maurizio Cucchi e Danny Rose (1989), in cui viene recuperato un discorso sempre più logico e asciutto. Sempre di questo decennio è l’intenso rapporto con il teatro. Testi di Scalise vengono segnalati o premiati (Premio Riccione, 1979, Vallecorsi Pistoia, 1980) e rappresentati a Roma, Napoli, Palermo e a Bologna in particolare dal Gruppo Libero diretto da Bianca Maria Pirazzoli. In totale produrrà quaranta testi teatrali.

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