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Sanità, "Valentia in festa" ospita l'ex commissario Massimo Scura

«Attraverso l’analisi degli eventi e delle decisioni, non necessariamente illegittime, cerco di dimostrare che la Calabria non interessa a nessuno, se non quando si avvicinano le elezioni»

L'incontro con l'ex commissario alla sanità Massimo Scura per "Valentia in festa"

Massimo Scura, già commissario alla sanità calabrese, autore del libro “Calabria Malata. Sanità, l’altra ‘ndrangheta” è stato l'ospite del’ottava serata di “Valentia in Festa”, kermesse culturale organizzata dall'associazione nazionale “Valentia”, giunta alla terza edizione, tenutasi in via telematica tramite i canali Facebook e YouTube dell’associazione “Valentia”.  Un incontro che ha suscitato l’interesse degli ascoltatori, e lasciato spazio ad un dialogo molto costruttivo, con lo scopo precipuo di rendere edotti tutti i cittadini calabresi, le persone che credono fortemente nella propria terra d’origine, che sperano, un giorno, che la Calabria possa essere in tutti gli ambiti, principalmente in quello sanitario, il fiore all’occhiello dell’intera penisola. È quello che auspica anche Scura, ossia che le speranze e i sogni di tutti i cittadini  un giorno possano diventare realtà. Un futuro migliore, scevro di problematiche sociali e politiche, che da anni connotano la Calabria.

Il dibattito è stato moderato da Marco Miceli, il quale ha incalzato con domande attente e pertinenti l’autore del libro, lasciando spazio anche a riflessioni. «“Calabria Malata. Sanità, l’altra ‘ndrangheta” - asserisce l’autore Massimo Scura - prende in considerazione il periodo compreso dal 12 marzo 2015 al 18 aprile 2019. I comportamenti, invece, sono antichi. Attraverso l’analisi degli eventi e delle decisioni, non necessariamente illegittime, cerco di dimostrare che la Calabria non interessa a nessuno, se non quando si avvicinano le elezioni. La Calabria non è importante per Roma né, purtroppo, per i calabresi, che si sono arresi a quanto giudicano inevitabile e immutabile. Questa assuefazione collettiva è la droga venduta dall’altra ’ndrangheta, silenziosa, che si insinua nella vita quotidiana, in particolare della sanità pubblica, una miniera d’oro, per far proliferare i propri affari. Anche il nuovo si è subito adeguato. I privati, quando si sentono minacciati, si rivolgono alla politica o addirittura alle istituzioni. Anche la Chiesa è poco attenta a non esporsi in affari non sempre trasparenti. I funzionari delle aziende sono spesso tacciati di essere conniventi con i privati. Le organizzazioni sindacali hanno parzialmente perso la loro identità. Un presidente di “sinistra” cerca di far annullare un mio decreto per l’assunzione di quasi mille operatori. Ma non dovrebbe esserne felice? Capisco: li voleva assumere lui. Le assunzioni portano voti».

Questa sera alle ore 18 nuovo appuntamento con Alessio Strazzullo di Casa Surace.

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