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Memorie nella storia. Nel volume di Peppe Galati gli avvenimenti politico-sociali di Acquaro

Ottant’anni di avvenimenti politico sociali che, in vario modo, hanno segnato la storia del comune di Acquaro e dei centri limitrofi dal 1943 ai giorni nostri. C’è questo e tanto altro nel volume “Memorie nella storia” (edizioni libritalia.net) di Giuseppe Galati, insegnante di educazione artistica in pensione, già sindaco del paese nel primo lustro degli anni ’90 e presidente della Comunità Montana Alto Mesima, fervente comunista, partito di cui ha seguito le varie evoluzioni fino al Pd, e protagonista attivo della vita politica  del piccolo centro montano dal ’70 fino a oltre la prima decade del 2000.

Un lavoro certosino scritto di getto ma ponderato e rimandato più volte negli anni, sia per le difficoltà immaginate nel lavoro da fare sia per cercare di raccogliere quanti più avvenimenti possibili e, dove consentito, documentarli a dovere. L’input, dopo tanta meditazione, è stato offerto dalla constatazione che le giovani generazioni non conoscevano la storia, né quella nazionale e né quella locale, e dalla convinzione che «bisognava dare loro la possibilità di conoscerla» dalla voce di chi per gran parte l’ha vissuta direttamente o l‘ha ricevuta da altri che, in altre epoche, sono stati testimoni dei fatti svoltisi. Un’opera monumentale, composta da 700 pagine e divisa in 4 sezioni (corrispondenti a 4 diversi periodi), in cui, guardando attraverso un caleidoscopio peculiare, la sezione del PCI (nata nel ’70 per alimentare il fermento sociale e dare voce a chi non l’aveva) rivivono fatti e personaggi di quasi un secolo di vita paesana, raccontata sullo sfondo dei grandi fatti che avvenivano In Italia. Dove esistono documenti sono citati nomi e cognomi dei protagonisti dei fatti narrati. Dove non è stato possibile ricorrere a fonti documentali Peppe Galati narra i fatti come memorie personali, «cercando - sottolinea - di essere il più obiettivo possibile»  Le vicende prendono avvio dal 1970, appunto, quando venne aperta in paese la sezione del partito comunista ed è da qui che Galati racconta i principali avvenimenti verificatisi. Tuttavia, con un particolarissimo volo pindarico, l’autore fa un passo indietro, riservando una sezione a narrare cosa avvenne nel periodo precedente, cioè dalla caduta del fascismo, nel ’43, quando ai podestà voluti dal regime si sostituirono i commissari prefettizi per coprire il periodo di transizione fino alle elezioni democratiche. Si parte da quella che Galati definisce «la più grande rivolta mai avvenuta ad Acquaro», quella, cioè, verificatasi quando, nell’immediato dopoguerra, in un periodo di povertà, per qualche “strano” motivo i cittadini non ricevevano viveri che mandava il governo per alleviare la fame e si ribellarono ai signorotti del luogo che li gestivano, per arrivare fino alle vicissitudini politico/amministrative dei giorni nostri.

Tra i due estremi decine di fatti, come il rapimento di Enza Rita Stramandinoli, cugina dell’autore, tra le prime vittime dell’anonima sequestri a Dasà, la vicenda del sindaco con la “pistola”, avvenimenti di padri miranti a segnare le tendenze politiche dei figli per timore delle ripercussioni democristiane tendenti a emarginare chi non si assoggettava al “pensiero unico”. E poi si parla di sindaci, di notabili, di preti, della vicenda della centrale idroelettrica, ben nota a tutti i residenti, di elezioni, intrallazzi e intrighi e tutto ciò che negli ultimi ottanta anni il paese, nel bene e nel male, ha vissuto sulla propria pelle. Un’opera che mancava, che sarebbe interessante per ogni paese e che per Acquaro e dintorni solo Peppe Galati poteva scrivere. Dagli argomenti trattati l’impressione è che, pur volendo metterci tutta l’obiettività di questo mondo, qualcuno s’ingrugnerà. La presentazione, insieme all’avvocato Cosmina Silipo, allo storico Michele Furci e al consigliere regionale Raffaele Mammoliti, mercoledì 10 agosto in piazza alle 18:30.

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