Proseguono gli appuntamenti con la grande danza al Teatro Politeama di Catanzaro: venerdì 22 dicembre, alle ore 21, sarà la volta di un classico della danza, “Carmen”, nella produzione firmata dal Balletto di Milano, la compagnia già più volte apprezzata dal pubblico calabrese. Una realtà che rappresenta l’eccellenza della danza italiana con i suoi straordinari spettacoli in tutto il mondo e che ha saputo sviluppare negli anni stabili relazioni in collaborazione con prestigiose istituzioni internazionali. Impreziosita nelle scene e nei costumi, “Carmen” - balletto in due atti su musiche di Georges Bizet, liberamente ispirato alla novella di Prosper Merimee, con le coreografie di Agnese Omodei Salè e la scenografia di Marco Pesta - arriva a Catanzaro confermandosi tra le produzioni più attese della stagione.
Carmen, bella e anticonformista, passionale e desiderata, che sfida chiunque voglia sottometterla, e del Destino, così ben descritto dall’onnipresente leitmotiv della musica, sono i protagonisti dell’esclusiva versione del Balletto di Milano. Un’ammaliante faccia a faccia in cui Carmen comprenderà che l’unico modo per vivere come desidera è piegarsi a Lui, al fatum, e accettare la morte imminente che le è stata annunciata dalle carte. È il confronto-scontro tra la gitana simbolo di femminilità e l’inquietante figura che conduce la vicenda sin dalla prima scena. È infatti il Destino a mettere sulla strada di Carmen prima Don Josè e successivamente Escamillo, a svelarsi man mano attraverso i simboli delle carte (l’amore, il tradimento, la morte), ad armare la mano di Don Josè e, nel finale, a portare Carmen con se.
Don Josè, il torero Escamillo e Micaela sono gli altri interpreti principali di questo balletto ricco di coreografie coinvolgenti: dalla celeberrima “Habanera”, agli appassionati pas de deux, alle tante e vivaci danze d’assieme di Gitani, Soldati e Sigaraie realizzate sulle stupende musiche di Georges Bizet. Tradizione e modernità convivono anche nel clima d’energia dell’originale messinscena di Marco Pesta. Una produzione che non tradisce le aspettative per la tradizione, restando fedele alla novella di Prosper Mérimée e all’opera di Georges Bizet.
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