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Trame 13: a Lamezia il festival contro le mafie «a futura memoria»

Il tema omaggio a Sciascia per un’edizione ricchissima di incontri e personaggi

Tutto pronto per la tredicesima edizione di Trame, Festival dei libri sulle mafie, appuntamento ormai consolidato a Lamezia Terme e che quest’anno omaggia nel titolo lo scrittore Leonardo Sciascia: «A futura memoria». La memoria sarà infatti il leitmotiv della manifestazione che dal 18 al 23 giugno animerà i luoghi del centro lametino allargandosi, per la prima volta, anche in spazi meno canonici.

Più di 100 ospiti – tra scrittori, giornalisti, artisti, attivisti, istituzioni, testimoni – per 20 libri da presentare, 6 mostre, 3 documentari di inchiesta, 2 spettacoli teatrali e 3 concerti. Sono tutti questi i numeri di un programma densissimo di incontri e attività tra il Complesso Monumentale di S. Domenico, il Museo Archeologico Lametino, gli spazi di Palazzo Nicotera-Severisio (sede della Biblioteca Comunale “Oreste Borrello” e della Casa del Libro Antico) e altri luoghi nevralgici per la città di Lamezia, per esempio la centralissima Piazza Mazzini, nei pressi della Stazione Centrale, il Tribunale lametino e il Teatro Costabile dove sono previste installazioni e performance artistiche.

Appuntamento ben storicizzato, appunto, esito degli sforzi di numerose realtà radicate nel territorio ma da tempo proiettate su un palcoscenico nazionale: la Fondazione Trame e l’Associazione Antiracket Lamezia tra tutte, ben accompagnate da un folto gruppo di giovani che a Trame stanno vicini tutto l’anno e che, nei giorni del Festival, formano un nutrito gruppo di volontari energici e appassionati.

La direzione artistica è ancora una volta affidata al giornalista Giovanni Tizian, che più volte sottolinea l’importanza del tema di quest’anno, la necessità cioè di scuotere le coscienze di un paese con la memoria “troppo corta”, che dimentica in fretta le storie di chi ha resistito ai poteri criminali e mafiosi: «Ogni incontro di Trame riflette questo tema – spiega Tizian – . Tanti linguaggi diversi, dai libri ai documentari fino ai reportage televisivi, ragioneremo sullo stato dell’antimafia oggi, discuteremo di diritti violati come quello alla Salute, racconteremo le storie dei migranti che fuggirono dalle loro terre, porteremo esperienze di chi ogni giorno prova a cambiare in meglio il Paese, nel solco di chi ha provato a farlo prima di loro. Possono farlo perché hanno costruito memoria collettiva, a futura memoria appunto».

Numerosi gli ospiti di spicco, da Diego Bianchi (Zoro) di Propaganda Live a Claudio Fava – che porta in scena “La grande menzogna” con David Coco –, da Don Luigi Ciotti (Libera) al Procuratore Nicola Gratteri (che presenta con Antonio Nicaso il suo ultimo libro «Il grifone. Come la tecnologia sta cambiando il volto della ’ndrangheta»), dall’antropologo Vito Teti, che si soffermerà su Restanza, spopolamento, memoria e “nostalgia del futuro”, al live di Peppe Voltarelli. Numerose, dunque, le sfaccettature di un discorso, quello dell’antimafia, dell’attivismo contro la criminalità e via dicendo, che non può non tener conto di un approccio multidisciplinare. Così come immancabili sono gli ospiti anche istituzionali, a partire dal Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, la Sottosegretaria di Stato, Wanda Ferro, e il primo cittadino di Lamezia, Paolo Mascaro, che già presente in conferenza stampa ha ricordato l’orgoglio di Lamezia nell’ospitare Trame, lodandone in particolare la propensione ad allargare sempre più gli orizzonti. Si parlerà, tra i vari incontri, di ecomafie, di Sanità, di alcuni temi che solo apparentemente, come dice Tizian, potrebbero sembrare slegati, ma che invece raccontano una porzione del potere criminale.

Tra i libri che verranno presentati, «Polveriera Tunisia. Cronache da un paese al collasso» (Rizzoli) di Sara Giudice, e «Il Lametino. Dal paesaggio osservato al paesaggio antico ricostruito», di Giovanna De Sensi Sestito e Stefania Mancuso, a proposito del paesaggio culturale come “memoria attiva”.

C’è fermento a Lamezia, dunque, già si diffondono con entusiasmo brochure e depliant con il ricchissimo programma e i lametini non mancheranno, come ogni anno, a un appuntamento che, in effetti, come sottolinea il Presidente della Fondazione Trame, Antonio Iovane, rinnova il suo prestigio e la sua autorevolezza nonostante qualche “rischio” finanziario, visti i ritardi della Regione Calabria nel processare i bandi per gli eventi culturali.

Ultimo aspetto, ma non per importanza, quello relativo alle mostre: tra le altre, «Visioni Civiche. L’arte restituita», che rimarrà visitabile fino al 28 luglio nei locali del Museo Archeologico Lametino a cura di Lorenzo Canova, che renderà fruibili per la prima volta a Lamezia 44 opere confiscate alle mafie (tra l’altro, il festival ospiterà, il 22 giugno, sul tema dei beni confiscati un workshop per operatori, con Tatiana Giannone, responsabile nazionale beni confiscati, e Giuseppe Borrello, eferente regionale Libera) in collaborazione con Libera, nonché «Il caso Africo», che riporterà in Calabria dopo decenni i celebri scatti di Tino Petrelli del 1948, realizzati per un reportage sulla rivista L’Europeo che rimase emblema della Questione Meridionale nel Secondo Dopoguerra.

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