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A Trame un laboratorio di cittadinanza. Con «Favuriti» l’imprenditore Nino De Masi propone un progetto di resistenza civile e di futuro

Il festival “Trame” sempre più affollato di voci, idee, iniziative . Inquietante il rapporto sulle ecomafie

Un progetto di ribellione, una rivoluzione culturale che parli ai calabresi per infondere loro la voglia di riscatto, di riappropriazione dell’orgoglio di essere calabresi, una positiva follia che parli soprattutto ai giovani, ai figli di Calabria. È l’anima del progetto «Favuriti», presentato dall’imprenditore Nino De Masi all’interno della cornice di “Trame”, il Festival dei libri sull’antimafia che animerà il centro di Lamezia Terme per tutta la settimana.

De Masi, che da Gioia Tauro ha sfidato le cosche e che da anni vive sotto scorta a causa degli attentati subiti, non vuole presentarsi come eroe, ma come «cittadino che ha fatto la sua parte quando c’era da farla», e con il progetto «Favuriti» – che strizza l’occhio, fin dal nome, alle più autentiche radici calabresi legate all’accoglienza e all’umanità – vuole guardare soprattutto alla bellezza della sua terra. Al suo fianco, sul palco, il giornalista Pietro Comito in veste di acuto e stimolante moderatore e il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che dà il beneplacito al progetto culturale di De Masi e che dell’imprenditore ha sposato anche la proposta di legge a suo nome, la legge “De Masi”, appunto, che favorisce e accompagna tutti coloro che denunciano contro la criminalità. «Grazie a nome anche dei tanti imprenditori che vogliono ribellarsi e che forse hanno paura di farlo» continua De Masi davanti ad un folto pubblico in piazza San Domenico «con il Presidente Occhiuto ho lanciato l’idea di questa legge che accompagna la gente alla denuncia, facendo capire che chi denuncia non è un infame, bensì una persona da emulare, un portatore di libertà».

E sul nuovo progetto De Masi si è chiesto «cos’altro fare per questa terra, per la mia gente, io non sono né una vittima né un perdente, sono un combattente, una persona che cerca in tutti i modi possibili di dare un futuro migliore ai miei figli, è in quest’ottica che nasce Favuriti». Tante le idee in cantiere, da progetti per i giovani a borse di studio, fino a un grande expo calabrese in cui concentrare tutte le eccellenze di una regione da cui De Masi non vuole scappare: «lo slogan di Favuriti è “Tu a chi appartieni?” ed io voglio dirlo a gran voce: appartengo alla Calabria, alla luce, ai sapori, agli odori, alla bellezza, alla mia gente, non sono qui per raccontare di ’ndrangheta ma per parlare di noi, di voi, svegliamo i nostri ragazzi».

D’orgoglio e di lotta anche l’afflato del presidente Occhiuto, che già si era detto fiero della legge De Masi e di aver convinto il governo a non impugnarla. «Se le Istituzioni fanno diventare un esempio quello che la mafia vorrebbe condannare all’isolamento e alla morte civile – sottolinea – allora abbiamo il modo migliore per combattere chi vorrebbe uccidere socialmente il dissenso. Ho capito che la mafia ha due modi per uccidere le persone, il primo sparando, il secondo condannandole alla morte civile, facendo perdere loro la speranza di poter condurre una vita normale. È dovere delle Istituzioni star vicino a chi ha il coraggio di ribellarsi». Poi, le lodi per Trame e per i numerosi giovani che lo stanno animando, giovani che raccontano una Calabria che si ribella, appunto, che non ha più timore nei confronti della ’ndrangheta.

«Mi faccio a pezzi per convincere imprenditori a investire in Calabria» continua Occhiuto «e mi scontro con chi ha il pregiudizio verso di essa, ma Trame e De Masi stanno raccontando una storia di ribellione, di resistenza e speranza, io nel mio piccolo devo fare il mio dovere: fare il proprio dovere è forse l’atto di ribellione più grande».

I fitti incontri di Trame proseguono così tra le strade di Lamezia, con un appuntamento anche al Tribunale cittadino assieme al suo presidente, Giovanni Garofalo, e al Procuratore della Repubblica Salvatore Curcio. E ancora, il rapporto Ecomafie, con Stefano Ciafani e Anna Parretta di Legambiente che anticipano alcuni dati inquietanti sull'abusivismo edilizio: la Calabria tra le regioni più toccate dal fenomeno, con una crescita del 20% nel 2023 rispetto al 2022. Spazio inoltre per il rapporto 2024 "Mafia& & Droga", con Umberto Santino, a seguire una lectio di Davide Grippa su Giacomo Matteotti e la presentazione dell'ultimo libro di Gigi Riva.

Infine, le visioni antropologiche – a riprova di un preciso senso della “memoria” e della riflessione su identità, nostalgia e futuro che Trame vuole portare avanti – con due incontri dedicati, il primo con Mauro Francesco Minervino attorno al suo libro sul Monte Cocuzzo e il secondo con Vito Teti e la sua antropologia della "Restanza", quella codificazione ormai sempre più accreditata con la quale l'antropologo Teti porta una riflessione che è anche civile, visionaria ma concreta nel ribadire quel «diritto a restare» che può e forse dovrebbe ispirare un nuovo senso dei luoghi. Anche, dunque, un nuovo senso della Calabria.

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