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Vito Teti: «La “restanza” può diventare un modo di vivere». Premio a Crotone per l’antropologo e scrittore

La consegna nell’ambito del festival ideato dall’associazione #IO RESTO

«Cos’è la “restanza”? È la riscoperta di un nuovo sentimento dell’abitare i luoghi della memoria, che si accompagna all’etica del fare». E ancora: «Essa è anche responsabilità politica e diventa la scelta del proprio futuro». Nella serata in cui l’associazione culturale #IO RESTO in piazza Immacolata a Crotone gli ha consegnato il Premio alla carriera Restanza 2024 («per il contributo eccezionale al mondo della cultura, promuovendo un dibattito decisivo sul valore del radicamento», si legge fra l’altro nella motivazione del riconoscimento) , sono stati questi alcuni dei concetti, riassuntivi della sua «ideologia del restare» che l’antropologo, docente universitario e scrittore Vito Teti ha messo in luce in occasione del Festival della Restanza, rassegna giunta alla sua seconda edizione e organizzata da #IO RESTO.

Durante il dibattito Vito Teti ha aggiunto: «Nel ricevere lettere di emigranti ho sentito il loro senso di svuotamento e sradicamento dalle radici: ripopolare i paesi invece può essere oggi un movimento culturale di massa, per cui la “restanza” può diventare un modo di vivere, nell’ottica di un nuovo senso di comunità».

All’incontro, coordinato dalla giornalista Annamaria Terremoto, erano stati invitati coloro i quali fra le persone che in diversi ambiti – imprenditoriale, turistico, artistico – fanno proprio e praticano il “restare” in Calabria, attivandosi con la propria professionalità. Fra questi, c’erano il fondatore dell’azienda agricola “Mulinum” di San Floro (Cz) Stefano Caccavari, il maestro burattinaio, regista e scenografo Angelo Gallo di Crotone, il camminatore seriale, storyteller e scrittore Alessandro Frontera, i fondatori della biblioteca “Libri liberi” di Petilia Policastro (Kr) Giuseppe Caruso e Manuela Arminio e i musicisti Federica Greco e Paolo Presta. Sono fra gli altri intervenuti il sindaco del capoluogo Vincenzo Voce («chi resta deve far crescere questa città») e l’artista Antonio Affidato, che con il padre maestro orafo Michele ha realizzato la targa d’argento - Premio consegnata dallo stesso Antonio a Teti.

Nel suo intervento il fondatore di “Mulinum” Stefano Caccavari ha evidenziato: «La mia “visione” può essere quella di tutti, io ho deciso di difendere il territorio valorizzando la nostra vocazione agricola, per una comunità che da 800 persone è arrivata a contarne 5000». «A Petilia Policastro ci siamo proposti di educare alla lettura bambini e adulti, tanto che i libri della biblioteca possono essere regalati», hanno spiegato i bibliotecari Giuseppe Caruso e Manuela Arminio. Interessante anche la scelta di vita del camminatore seriale, storyteller e scrittore Alessandro Frontera di Umbriatico (Kr), che attraversa la Calabria a piedi ed ha spiegato: «Sono ritornato dal Nord qui cercando nuove relazioni fra le persone»).

L’associazione #IO RESTO è presieduta da Tiziana Paletta, presente l’altra sera con i soci fondatori del sodalizio Gianni Pitingolo, Salvatore Perri, Rita Piperissa, Claudia Liotti, Stefania Ragusa e Marilena Sacchetto.

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