Promuovere l’arte ambientale che instaura un rapporto diretto e quasi di interdipendenza con la natura circostante: perseguendo quest’obiettivo, dopo il successo registrato a Sorbo San Basile nello scorso mese di ottobre, la mostra “Archivio Mabos” approda a Cicala.
Nel borgo ai piedi della Sila catanzarese, sabato 21 dicembre, alle ore 16, sarà inaugurata un’atipica mostra di documenti d’archivio, composta da fotografie delle opere allestite all’interno del parco espositivo, progetti degli artisti e tutto ciò che concerne la promozione, compresi gli esiti della più recente collaborazione con l’illustratore e graphic designer Giuseppe Talarico.
Mettendo in relazione non solo due luoghi geografici ma anche due spazi d’azione a tratti antitetici, che si armonizzano sotto il segno di un’unica narrazione e missione, la direttrice del Museo d’Arte del Bosco della Sila, Elisa Longo, affiancata e sostenuta dal fondatore Mario Talarico, per questa edizione speciale ha deciso di ricorrere alla street poster art. L’intervento urbano, infatti, prevede circa 20 immagini che, stampate in grande formato su carta da manifesto, adorneranno le pareti di edifici abitativi, tra i vicoli di Cicala.
“La scelta di intervenire direttamente nel contesto urbano e rendere la mostra ancora più comunicativa – spiega Longo – è emersa da un'esigenza logistica, ma si è subito configurata come una nuova e più efficace possibilità. Ci ha permesso di coinvolgere non solo i giovani cicalesi dell'associazione Terra Mater, con cui abbiamo scelto il percorso della mostra, ma anche i proprietari delle abitazioni su cui affiggeremo le foto-manifesto, che da semplici e forse involontari fruitori si trasformano così in partecipanti attivi a quello che è un vero e proprio progetto di riqualificazione urbana”.
Si tratta di una forma di contaminazione artistica e poetica impattante in quanto dialoga in maniera semplice e diretta con la quotidianità delle persone, influenzandone la direzione e la comprensione stessa dello spazio urbano, seppur con la specificità dell’impermanenza che tanto identifica anche il progetto Mabos.
“Le opere d'arte concepite a partire da questi presupposti, che siano pensate, progettate e realizzate in relazione a un ambiente naturale o meno, subiscono l'esposizione ai fattori spazio-tempo in maniera amplificata e, allo stesso modo, instaurano con la collettività dei fruitori, estremamente eterogenea e tendenzialmente immediata, un rapporto più intenso” precisa la direttrice.
L’inaugurazione della mostra, promossa nell’ambito del progetto finanziato con risorse PAC 2014/2020 Asse VI Azione 6.8.3., sarà impreziosita da un’attività di trekking urbano a cura dell’associazione Terra Mater che svelerà il percorso tracciato dai manifesti, raccontando al contempo la storia di Cicala.
Tanti i linguaggi esplorati, con lo sguardo rivolto soprattutto al coinvolgimento delle nuove generazioni. Sarà disponibile, infatti, anche il pacchetto sonoro “I sonagli verso i confini”, uno spazio di fruizione audio che, attraverso la voce calda e evocativa di Pierpaolo Capovilla e le vibrazioni sonore di Giorgio Caporale, fa rivivere il senso del viaggio e delle fotografie calabresi di Mario Giacomelli, di cui il Museo custodisce un piccolo nucleo.
“Una riscrittura di appunti, pensieri ed emozioni scaturiti dall’incontro del grande fotografo marchigiano coi paesaggi umani e geografici della Calabria, prima assimilati nelle trame degli spostamenti fisici, poi sublimati dalla lettura del Canto dei nuovi emigranti del poeta calabrese Franco Costabile” commenta la direttrice che, tra l’altro, progetta e produce questi pacchetti sonori per incrementare la più pura e profonda conoscenza dei luoghi nonché della poesia che resiste ai limiti del tempo e alle intromissioni dei confini geografici.
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