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Vertenza Lsu-Lpu, protesta anche all'aeroporto di Lamezia e attività ferme nei comuni

La protesta dei lavoratori Lsu-Lpu che chiedono la stabilizzazione al governo centrale, si è spostata all'aeroporto di Lamezia.Dopo aver manifestato praticamente per tutta la giornata davanti alla vicina stazione ferroviaria, i lavoratori hanno deciso di spostarsi e di aspettare davanti allo scalo il ministro per il Sud Barbara Lezzi che deve rientrare da Crotone. Anche se non sono riusciti a incontrarla.

All'esponente dell'esecutico, che già stamattina aveva incontrato le forze sindacali sempre in aeroporto, i lavoratori volevano chiedere che metta per iscritto le promesse fatte stamane ai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Se il governo non predisporrà la copertura finanziaria per gli Lsu-Lpu, i 4500 precari calabresi saranno senza lavoro dal primo gennaio.

Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto ad Anci Calabria che domani si fermino tutte le attività nei Comuni per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa grave problematica.

«La vostra condizione di precariato si trascina da sin troppo tempo e noi abbiamo intenzione risolverla definitivamente con la stabilizzazione». E' quanto ha affermato il ministro per il Sud Barbara Lezzi durante l’incontro, svoltosi questa mattina all’aeroporto di Lamezia Terme con una delegazione di lavoratori ex Lsu-Lpu e rappresentanti sindacali.

«Il governo sta facendo tutto il possibile - ha aggiunto Lezzi - per trovare una soluzione immediata, in Legge di bilancio. Ad ogni modo, qualora non riuscissimo a procedere con la stabilizzazione in tempi brevissimi per ragioni tecniche, intanto si procederebbe con una proroga dei contratti e successivamente si provvederà alla stabilizzazione definitiva. Su questo il nostro impegno è chiaro e lo abbiamo confermato più volte».

Nella notte la commissione Bilancio della Camera ha bocciato l'emendamento proposto dal Pd che avrebbe permesso la prosecuzione del percorso di stabilizzazione per circa 4.500 ex Lsu-Lpu della Calabria. I 50 milioni necessari al momento dunque non saranno inseriti nella manovra, anche se adesso precari e sindaci sperano che lo scenario possa cambiare in Senato.

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