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Rombiolo, pietra tombale della Corte d'appello sulla “piccola Mirafiori”

La Corte d'appello di Catanzaro

«Senza alcun dubbio la società si sottoporrà al nuovo ed attento esame della Corte d'Appello più che fiduciosa delle proprie argomentazioni in punto di diritto e di fatto». Con queste parole piene di speranza, il legale della Gam&Oil di Rombiolo, l'avvocato Francesco Manduca, aveva commentato la decisione della Cassazione di rinviare ad altra sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, il giudizio circa il fallimento dell'azienda di Rombiolo.

E più o meno a due anni esatti di distanza, quel giudizio è arrivato, aggiungendo forse l'ultimo capitolo a questa lunga storia processuale, dando così ragione alle intuizioni dei curatori fallimentari, i legali Maria Rosaria Potenza, Ivo Nucera e Domenico Larizza. «La Corte d'Appello di Catanzaro, Terza sezione civile, rigetta il reclamo e, per l'effetto, conferma il decreto di inammissibilità della domanda di concordato e la sentenza dichiarativa di fallimento». Nessun piano di rilancio aziendale, dunque, per quella che era stata definita la “piccola Mirafiori di Rombiolo”, l'azienda spa a conduzione familiare, con oltre 130 lavoratori attivi impiegati nel settore della metallurgia ed un fatturato annuo che superava i 10 milioni di euro.

Un duro colpo, sicuramente, anche per il già liso tessuto economico del Vibonese che ha visto così disperdersi un patrimonio fatto di maestranze e competenze, riducendo ancor di più la possibilità di riscatto di un comparto che ha saputo dimostrare nel corso del tempo grandi potenzialità.

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