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Calabria, la commissione Ue boccia la Regione sulla depurazione

Impianto di depurazione

Il sistema depurativo calabrese continua a versare in uno stato di profonda criticità. Il giudizio questa volta non arriva da un rappresentante di partito, ma direttamente dalla Commissione europea. È Corina Cretu, responsabile delle Politiche regionali nel governo comunitario, a mettere in fila le anomalie di un settore ormai da anni diventato l’anello debole del sistema-ambiente.

Rispondendo a un’interrogazione di Laura Ferrara, rappresentante a Bruxelles del M5S, Cretu snocciola dati e cifre degli interventi messi in atto dalla Regione sulla depurazione. «L'autorità di gestione del Programma operativo Calabria finanziato dal fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per il periodo 2014-2020 - scrive Cretu nella replica scritta a Ferrara - ha finora selezionato 19 progetti nel settore del trattamento delle acque reflue, per un totale di 49,4 milioni di euro. Gli accordi di finanziamento tra la Regione Calabria e i Comuni, i quali agiscono in qualità di organismi incaricati dell'attuazione dei progetti, sono stati firmati entro la fine del 2018». Cretu specifica che «sono attualmente in corso studi di fattibilità per ciascun progetto, e i Comuni stanno preparando le fasi successive della loro attuazione. Secondo le ultime informazioni fornite dall'autorità di gestione, entro la fine del 2019 dovrebbero essere aggiudicati gli appalti di lavori per 15 progetti e nel corso del 2020 quelli per i restanti 4, mentre il completamento dei lavori e la piena operatività dei progetti sono previsti al più tardi entro il 2022».

Ferrara nella sua interrogazione faceva poi riferimento al «mancato rispetto dell’impegno della Regione» di creare una banca dati regionale da aggiornare semestralmente e riportante, per ogni agglomerato, informazioni sulle procedure di infrazione, sulla programmazione ed attuazione degli interventi. La commissaria Ue conferma che la banca dati «non è stata realizzata dalle autorità responsabili del programma. Il suo funzionamento, che dovrebbe interessare anche altri lavori infrastrutturali e pubblici oltre ai progetti di trattamento delle acque reflue, è stato oggetto di indagine anche da parte della Commissione a seguito dell'inchiesta “Lande desolate”, che ha portato all’interruzione dei pagamenti. Le autorità responsabili del programma stanno elaborando un calendario per l’attivazione della suddetta banca dati».

Cretu conferma pure l’esistenza di «diverse procedure di infrazione "orizzontali" nei confronti dell'Italia nel campo del trattamento delle acque reflue e in alcuni casi la Corte di giustizia dell'Ue ha imposto sanzioni pecuniarie. Molti dei siti interessati sono in Calabria».

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