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Coronavirus, a Catanzaro commercianti incerti: "Prematuro ripartire adesso"

«Quella del governo è stata una decisione prematura». È questa la riflessione che accomuna buona parte dei titolari di cartolerie e di negozi di articoli per l’infanzia che questa mattina a Catanzaro hanno ripreso l’attività che questa mattina hanno ripreso la loro attività dopo il via libera da parte del governo nazionale.

Tra gli esercenti di Corso Mazzini, la strada principale del centro di Catanzaro, il primo bilancio della riapertura degli esercizi commerciali è in «chiaro-scuro»: in generale, prevalgono i dubbi sull'opportunità di una ripresa consentita in modo parziale, in un contesto poi davvero surreale, ma non manca la fiducia nel fatto che le cose con il tempo cambieranno. Unanime, tuttavia, è la richiesta di maggiore attenzione da parte delle istituzioni.

Manuela Rubino, titolare di «Charanga», negozio di articoli per bambini, confida: «Questa mattina da noi non è entrato nessuno, e il nostro lavoro si è limitato solo a sistemare il locale. Il problema è che comunque la stragrande maggioranza della gente comunque resta a casa. Speriamo nei prossimi giorni ma serve la collaborazione soprattutto da parte delle istituzioni. Da parte nostra - rileva - comunque c'è la voglia di dare un segnale di speranza con questa riapertura».

Sergio Donato, titolare di «Dea Bimbi», manifesta le stesse preoccupazioni ma anche le stesse aspettative della collega: «Prima o poi si doveva riaprire ma - spiega  - probabilmente ancora non ci sono le condizioni giuste per ricominciare e i tempi non sono ancora maturi. Fin quando non si tornerà ai ritmi di prima e alla riapertura di gran parte delle attività è tutta un’incognita. Noi rispettiamo le regole ma a nostra volta chiediamo anche il rispetto delle nostre esigenze. Ma la vita deve andare avanti, non bisogna perdere la speranza».

Sulla stessa lunghezza d’onda Paola Papaluca, titolare della cartoleria «Casa della Penna»: «Sono 30 anni che portiamo avanti questa attività ma stavolta è davvero dura, siamo storditi e anche un pò sfiduciati. La decisione di farci riaprire mi sembra sia stata frettolosa. Inoltre - sostiene - ancora dallo Stato non è arrivato alcun segnale concreto, i 600 euro sono un miraggio e questo ci fa sentire un po' dimenticati. Speriamo che il Governo riservi a noi partite Iva quell'attenzione che meritiamo visto che siamo un’ossatura dell’economia in tutto il Paese».

Anche Francesco Brunk, dell’omonima cartoleria-pelletteria-valigeria, evidenzia «molte difficoltà», tuttavia si mostra anche ottimista: «Questa riapertura è sicuramente problematica ma è anche un segnale importante, perchè nel nostro settore non manca la domanda, tra uffici e scuola, anche con la didattica a distanza. Andiamo avanti ma certo - conclude - ci aspettiamo dallo Stato anche un sostegno a breve e medio periodo, sotto forma di agevolazioni nel pagamento dei tributi e nell’accesso al credito».

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