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Abramo di Crotone, proclamata un'altra giornata di sciopero

"La battaglia continua, non possiamo arretrare, è troppo importante per questi lavoratori e per questo settore. Ci sono due punti fondamentali: il primo è che lo stato non può essere l'attore che contravviene al rispetto della legge, aprendo una breccia enorme in un sistema consolidato di cambi di appalto. Il secondo, ma non meno importante consiste nel fatto che le professionalità acquisite vanno retribuite, i lavoratori della commessa Roma Capitale vanno rispettati anche con la giusta retribuzione della professionalità acquisita in questi anni". Con queste parole Alberto Ligato, segretario regionale della Slc Cgil Calabria annuncia lo sciopero dei lavoratori di Abramo per giovedì 24 settembre.

Questo sarà il quinto giorno dopo quelli tra venerdì 18 e lunedì 21 settembre. "I servizi di Contact Center di Anac e Comune di Roma sono risultati irraggiungibili per l’utenza, le lavoratrici ed i lavoratori di Roma e Crotone - si legge in un comunicato unitario di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni - operanti sui servizi in questione hanno dato dimostrazione ferma e convinta di non voler subire riduzioni né in termini salariali né di diritti, a causa della applicazione di un Ccnl diverso da quello delle Telecomunicazioni, che è il contratto collettivo maggiormente rappresentativo per il settore dei contact center. Già a ottobre 2019 denunciammo tale situazione ai Ministeri competenti ma il nostro appello, ripetuto nei mesi successivi, è rimasto inascoltato".

"E ora i primi lavoratori a pagare questa grave noncuranza sono quelli impegnati sui servizi di Anac e del Comune di Roma. E migliaia - continua la nota - di altri potrebbero aggiungersi nei prossimi mesi. Il sindacato confederale considera inaccettabile un passo indietro rispetto a quanto consolidato in questi 2 anni attraverso l’esercizio di una sana contrattazione nella applicazione della L.11/2016 più comunemente conosciuta come clausola sociale nei contact center. Quella legge, raggiunta grazie ad una battaglia di dignità messa in campo dalle scriventi organizzazioni sindacali, e sostenuta con forza dalle lavoratrici e dai lavoratori si basa su un semplicissimo e quanto mai ineludibile principio: “in caso di cambio di appalto i lavoratori vengono assunti dal nuovo appaltante mantenendo le condizioni contrattuali preesistenti”. Non è accettabile c- concludono i sindacati - che proprio le attività pubbliche legate alla Gara Consip Contact Center possano far ripiombare il settore dei Contact Center indietro di anni con drammi sociali ad ogni nuova aggiudicazione. Il Governo, Consip, Comune di Roma, Anac non possono e non devono permettere che ciò accada.

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